Giuseppe Signorile, il 37enne barese arrestato da poche ore dalla Polizia nell’ambito della maxi inchiesta Codice Interno, è stato assolto in via definitiva dai giudici della Cassazione dall’accusa di omicidio. Il riferimento è all’agguato mafioso del 6 marzo 2017 quando perse la vita il pregiudicato Giuseppe Gelao, nell’occasione rimase ferito Antonino Palermiti, nipote del boss Eugenio. L’agguato rientra nella faida del 2017 che travolse Japigia e fu una risposta all’omicidio di Francesco Barbieri, ucciso il 17 gennaio di quell’anno.
Il ricorso della Procura Generale è stato respinto, assolto anche Davide Monti: lui e Signorile in primo grado erano stati condannati in abbreviato alla pena di trent’anni di reclusione, prima di essere assolti in Appello. L’unico condannato resta Antonio Busco, a cui è stata inflitta in primo grado la condanna all’ergastolo. Nicola De Santis, l’altro killer, venne invece ucciso il 12 aprile 2017. La Cassazione ha anche annullato con rinvio la condanna a 5 anni inflitta a Signorile per la detenzione di un’arma e, senza rinvio, quella a 2 anni di reclusione inflitta a Monti per violazione della sorveglianza speciale. Rigettato il ricorso della Procura anche per le presunte stese camorristiche (spedizioni armate) nelle strade del quartiere. Per Attilio ed Edoardo Caizzi, Paolo D’Amato, Antonio Ripoli, Angelo e Michele Martiradonna, Roberto Boccasile, Radames Parisi, Michele Ruggieri, Antonino Grasso, Giuseppe Loglisci, Pasquale Leonardo Tritta, Massimiliano Bottalico e Vito Rinaldi sono state confermate le assoluzioni. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno.