Il procuratore di Bari, Roberto Rossi e il sostituto Grazie Errede, hanno chiesto l’archiviazione nei confronti “dei partecipanti alla spedizione squadristica” che la sera del 28 novembre 1977, 45 anni fa, in piazza Prefettura a Bari portò all’assassinio di Benedetto Petrone e al ferimento di Francesco Intranò, due giovani aderenti alle organizzazioni giovanili del partito comunista italiano. “L’imputazione iniziale (omicidio aggravato da futili motivi) rende il reato imprescrittibile (legittimando quindi la possibilità della riapertura dell’indagine e delle indagini effettuate) e le successive indagini non hanno fatto emergere fatti nuovi in ordine alla contestazione della circostanza aggravante dei futili motivi – si legge nelle carte -. Anzi è emerso chiaramente che l’obiettivo del Piccolo (Giuseppe, ndr individuato come l’autore e poi morto suicida in carcere) è stato quello di affermazione di una supremazia politica. Pertanto, si ritiene che nella specie la motivazione politico-ideologica non costituisce motivo futile ex art. 61 n. 1 cod. pen., in quanto non avendo quei caratteri di banalità ed irrisorietà che, secondo la coscienza sociale, rendono il movente delittuoso un mero pretesto per commettere un reato di sproporzionata gravità. Pertanto, esclusa l’aggravante, il reato è da ritenersi prescritto ed è precluso la possibilità di esercitare l’azione penale”.
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- di: Raffaele Caruso
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