Per la prima volta nella storia della criminalità organizzata i vertici del clan Palermiti, Giovanni Palermiti e Filippo Mineccia, hanno ammesso di aver commesso i fatti. Si tratta dell’omicidio di Michele Walter Rafaschieri, del tentato omicidio del fratello Francesco e di tutti i reati a esso connessi. Inoltre i vertici del clan hanno chiesto scusa ai parenti della vittima e soprattutto alla madre dei due fratelli Rafaschieri. La confessione conferma la tesi della Direzione distrettuale antimafia ma che arriva quasi certamente per ottenere la riduzione delle pene.
Le accuse a carico di Palermiti e Mineccia sono omicidio, tentato omicidio e porto abusivo d’armi, aggravati dalla premeditazione e dall’aver agito con le modalità mafiose. Il clan avrebbe agito per difendere il quartiere Madonnella dalla invasione criminale dei Rafascheri. L’ergastolo dovrebbe essere la pena massima, ma i due sperano nel rito abbreviato e sulle attenuanti per la confessione.
Ai Palermiti viene anche contestato il reato di corruzione nei confronti dell’ex comandante della Polizia Locale di Sammichele, Domenico Arcangelo, che avrebbe fornito un falso verbale come alibi. Se Mineccia ha solo ammesso il delitto, Palermiti, invece, ha chiesto scusa ai famigliari della vittima.