Giuseppe Di Mauro, il 64enne responsabile dell’omicidio di Santa Scorese, la giovane attivista cattolica uccisa a coltellate a Palo del Colle il 15 marzo del 1991, è stato prosciolto dall’accusa di aver perseguitato Rosa Maria, sorella di Santa, perché ritenuto incapace di intendere e volere nonostante il percorso riabilitativo. Questa è la sentenza che arriva al termine del rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica.
L’uomo era stato arrestato lo scorso marzo per stalking. Secondo l’accusa aveva dimostrato di essere ancora “ossessionato” dalla famiglia Scorese visto che, dopo 32 anni, si era ripresentato molestando la sorella della vittima con lettere, messaggi vocali, costringendo così la famiglia a cambiare abitudini e stili di vita. Le molestie pare siano iniziate a giugno dell’anno scorso quando Di Mauro avrebbe inviato una lettera a una cugina di Rosa Maria, sua omonima, nella quale il 64enne scriveva della sua ossessione per Santa e una particolare attenzione per i movimenti di sua sorella. Avrebbe anche svelato dettagli sull’omicidio. Ciò che ha creato più sgomento nella nuova vicenda è stata la richiesta da parte di Di Mauro di rivolgersi al prof. Churk, genetista americano, e far “rinascere” Santa con la maternità surrogata in una presunta clinica americana, dopo aver prelevato il Dna della vittima dalle cellule delle ossa.
All’epoca dei fatti Di Mauro aveva una malattia psichiatrica e per questo la condanna fu il ricovero in un manicomio giudiziario fino alla libertà vigilata. Si trovava agli arresti domiciliari in una Rsa, a Di Mauro era stato anche disposto il divieto di parlare con persone al di fuori della struttura e l’uso di dispositivi elettronici, applicandogli il braccialetto elettronico. Ora per lui è stato disposto il collocamento in una Crap per autori di reato, con una serie di limitazioni.