Il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di dissequestro della pistola a gas, riproduzione di una Glock 17, e dei soldi trovati dai carabinieri di Francavilla nel corso di una perquisizione in casa del 18enne indagato, assieme ad un altro ragazzo, per l’omicidio di Paolo Stasi, avvenuto lo scorso 9 novembre. Nell’abitazione sono stati trovati circa 10mila euro in contanti che, secondo il racconto del ragazzo, sono provento sia del lavoro svolto presso la società edile dello zio che dei regali ricevuti per il suo compleanno. Di parere diverso gli inquirenti che ritengono che i soldi siano provento dell’attività di spaccio. Per questo il 18enne oltre che dell’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, risponde anche di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Disposta anche una perizia balistica per la pistola, definita dal ragazzo “innocua”. Necessari inoltre ulteriori approfondimenti sui dialoghi avvenuti in chat tra la madre della vittima e l’indagato. Del secondo indagato, un 19enne, non si sa nulla, è ormai certo che il contesto in cui è maturato l’omicidio è quello dello spaccio di droga.