“È la persona che mi ha salvato la vita” diceva uno dei pazienti che ha pagato al dottor Vito Lorusso, sospeso dal suo ruolo di primario dopo l’inchiesta che ha portato al suo arresto per concussione e peculato, servizi che in realtà erano già forniti dal servizio sanitario. Ed è proprio sull’attaccamento alla vita dei suoi pazienti che Lorusso puntava per ottenere denaro che non gli spettava. Soldi che Lorusso si intascava facendo credere ai suoi pazienti che fossero necessari per saltare le liste d’attesa e ottenere corsie preferenziali. A denunciarlo il figlio di un paziente defunto, come nel caso di due anni che ha coinvolto il medico Giuseppe Rizzi, condannato a 9 anni. Si è accorto che alcune alcune spese sostenute dal padre erano in realtà in più perché le cure erano previste dal sistema sanitario nazionale. Ed è così che gli investigatori hanno installato delle telecamere nel suo studio all’interno del Giovanni Paolo II scoprendo così il gioco del primario. Mercoledì 12 luglio, giorno dell’arresto, alle ore 9 aveva intascato 200 euro da un paziente, l’11 luglio somme simili da altri quattro malati di cancro e il 21 giugno altri 200 euro dal paziente che lo ha pagato mercoledì scorso. Nel video si vede chiaramente la consegna del denaro da parte dei pazienti e le intercettazioni sottolineano come quei soldi fossero destinati per saltare le liste d’attesa. “Ha tolto denaro a persone malate, alcune delle quali anche in precarie condizioni economiche”, è spiegato nel verbale di arresto e questo ha evidenziato “la spregevole consuetudine dell’oncologo scevra da quell’etica professionale che un medico dovrebbe avere”.
Far west piazza Moro, testimonianze alla controra: “Seguita fino al portone. Presidiate il cantiere”
- di: Raffaele Caruso
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