“Perché la sicurezza sul lavoro non sia solo uno slogan, deve cominciare dalla pratica quotidiana, dal costante e corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. E ancor prima dalla loro fornitura, che non è affatto scontata. Succede infatti che agli operai Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, da ben otto anni non vengano assegnati i dpi necessari. Parliamo di calzature e guanti antinfortunistici, ma anche di dotazioni antincendio. Paradosso che stride con le iniziative della Regione Puglia del marzo scorso, quando il Dipartimento Agricoltura in collaborazione con Arif ha organizzato una tre giorni di formazione sul campo per 350 imprese boschive, all’interno dei cantieri forestali dimostrativi di Mercadante e Foresta Umbra. Al centro del corso, proprio l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e e tecniche di esbosco e abbattimento. Peccato che, a quanto ci risulta, è dal 2014 che agli operai forestali e irrigui Arif non vengano forniti i dpi”.
Inizia così il post di denuncia su Facebook del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani, Presidente Movimento Regione Salento. “Su questo ho scritto un’interrogazione urgente, indirizzata all’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia, perché ci dica quante risorse vengono effettivamente destinate alla sicurezza degli impianti e del personale Arif, per garantire la regolare attività, senza rischi per l’incolumità degli operatori irrigui e forestali – si legge nel post -. Chiediamo conto anche di un allarmante situazione di pericolo quotidiano che ci viene denunciata: pozzi artesiani non in sicurezza, impianti con pompe di spinta con perdite idriche anche consistenti, mancanza di estintori, torrini di 20-30 metri con sistemi idroelettrici senza manutenzione da anni. Nell’area di Lecce, in particolare, sono stati segnalati pozzi artesiani con infiltrazioni di acqua piovana dai solai, assai pericolosi vista la presenza di quadri elettrici. E poi c’è la piaga degli incendi boschivi, che ogni anno divorano enormi zone verdi del territorio regionale. Visto che siamo a ridosso della stagione estiva, chiediamo se sia stato predisposto un piano antincendio con adeguata dotazione di uomini e mezzi, per assicurare un intervento tempestivo e qualificato”.
“La Regione Puglia trasferisce risorse ingenti all’Arif (l’anno scorso quasi 40 milioni di euro), ma vengono tutte assorbite da costi di personale e contenziosi, per cui non si riesce a programmare una serie di interventi necessari, come quelli sui vivai regionali gestiti da Arif. In Puglia ce ne sono dodici, ed anche su questo avevo presentato un’interrogazione il 12 aprile scorso, chiedendo conferma della paventata chiusura di due dei quattro vivai leccesi. Notizia che è stata confermata oggi in Commissione Agricoltura dal direttore dell’Agenzia, Francesco Ferraro – continua -. Ha dichiarato che nei vivai di San Cataldo e Gennerano, attivi a San Cataldo di Lecce da oltre 70 anni, si continuerà solo l’attività di accrescimento ma non ci saranno nuove piantumazioni”.
“Di fatto si tratta di una sospensione, nelle more di interventi di ripristino delle condizioni di sicurezza che richiedono investimenti al momento non disponibili per poter consentire l’iscrizione nel Registro ufficiale degli operatori professionali. Ferraro ha garantito il mantenimento dei livelli occupazionali, annunciando che gli operai impiegati finora nei due vivai di San Cataldo sarebbero trasferiti in quelli di Lecce, distanti pochi chilometri – conclude Pagliaro -. Ma la nostra preoccupazione resta, perché in un territorio devastato dalla xylella bisognerebbe potenziare l’attività vivaistica che favorisce il rimboschimento, anziché ridurla. C’è inoltre un patrimonio vivaistico da salvaguardare, per salvare la biodiversità a rischio della provincia di Lecce”.