“Due anni di lotta portati avanti dal comitato e da Michele hanno avuto finalmente giustizia”. L’operaio dell’azienda Skf, Michele Glorioso, licenziato insieme al collega a causa della produzione difettosa di cuscinetti destinati alle auto elettriche, è stato reintegrato a lavoro dopo la sentenza emessa dal tribunale.
“È stata sconfitta così l’arroganza della Skf e della Confindustria – scrive il comitato contro i licenziamenti che negli ultimi due anni aveva lanciato l’hashtag #iostoconmichele – che con questo licenziamento ingiusto volevano contribuire all’annullamento dell’articolo 18 e dello Statuto dei lavoratori (legge 300-1970), una delle conquiste del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici e uno dei tasselli della realizzazione della Costituzione oltre i cancelli delle fabbriche. Questa sentenza, giuridicamente corretta e audace politicamente, riafferma la vigenza delle tutele dei lavoratori di fronte a licenziamenti “senza giusta causa o giustificati motivi” e dimostra a tutti i lavoratori e lavoratrici delle aziende, baresi e non, che è possibile e opporsi alla arroganza padronale e alle minacce legali, a patto che si superi la propria condizione di fragilità individualista e che si ricolleghi la propria vicenda alle lotte generali e collettive per la democrazia sostanziale, la difesa della dignità dei lavoratori e la ricerca di alternative di modello socio-economico”.
“Questa sentenza – continua il comitato – deve far riflettere quei settori sindacali che in questa vicenda non si sono impegnati, quasi fosse solo una questione legale individuale. Nella zona industriale barese soffiano venti di crisi con continuo ricorso a cassaintegrazione e minacce di licenziamenti o delocalizzazioni, mentre continuano ad essere abbondantemente utilizzati lavoratori e lavoratrici precarie e interinali, nonostante le ingenti risorse economiche messe a disposizione dal governo Draghi per i propri referenti sociali, le imprese”.
“Il comitato contro i licenziamenti continuerà la lotta per i diritti e la dignità dei lavoratori, contro le minacce di licenziamenti e la cassaintegrazione, come nei casi Magna e Bosch, per la piena libertà sindacale, contro lo schiavismo aziendale come vorrebbe la Confindustria. Ora – conclude -, dopo la sconfitta della Skf, siamo impegnati a sostenere la lotta di Domenico, operaio della Magna ex Getrag, anche lui ingiustamente licenziato, e siamo disponibili a estendere le nostre attività a tutte le vertenze in corso. Il nostro impegno contro la precarietà, per la dignità e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per il ristabilimento dell’articolo 18 a tutti i lavoratori continua”.