Una comunità di alloggio usata come una vera e propria Rsa. Siamo a Palo del Colle dove degli operatori 118 si sono trovati davanti a una scena surreale che quasi ci riporta all’inizio della pandemia. Ma andiamo con ordine.
Stando a quanto abbiamo appreso dalle nostri fonti, a Palo erano presenti 3 comunità di alloggio. Dopo la chiusura di due strutture, tutti gli ospiti sono stati trasferiti in un’unica struttura, superando di gran lunga il numero indicato dall’articolo 63 della Regione Puglia. Inoltre alcuni ospiti superano l’età consentita e alcuni sono allettati, uno dei requisiti non accettati in questo tipo di alloggi.
Mesi fa la struttura è stata fonte di visita da parte dei Nas per delle segnalazioni a causa del numero e della qualità di ospiti autorizzati (circa 20 sui 6 autorizzati) con annessi ospiti allettati che non possono essere assistiti da tali strutture. La struttura è stata visitata anche dalla Asl che ha disposto alla dirigenza di riportare il numero degli ospiti a quelli autorizzati e soprattutto di togliere gli ospiti allettati, cosa che fino ad oggi non è avvenuta.
Alcuni giorni fa poi una paziente allettata è risultata positiva al Covid e sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118. Al loro arrivo l’equipe è stata trattata con fare sospettoso: i sanitari hanno chiesto di visitarla e di parlare con qualcuno, ma due operatrici della struttura, sentite dialogare con qualcuno al telefono, hanno prima riferito la non reperibilità dei dirigenti e poi chiesto all’ambulanza di andare via in quanto non erano state loro a chiamarla.
Nel frattempo però il personale del 118 è riuscito a visitare la paziente che presentava febbre e affanno, così come era stato descritto da chi aveva allertato la Centrale Operativa di Bari. Le due operatrici, a stretto contatto con la paziente, per di più erano anche prive di qualsiasi dpi idoneo per l’assistenza a pazienti Covid e indossavano solo una mascherina abbassata sotto il naso.
I sanitari, accortosi della situazione, hanno chiesto se erano stati eseguiti i tamponi a tappeto ad operatori ed ospiti: la risposta è stata negativa e le operatrici hanno riferito che non era un loro problema saperlo e chiederlo. A quel punto il personal del 118 intervenuto ha chiesto di firmare la presa in carico di responsabilità, anche in questo caso ottenendo però solo un no.
I sanitari hanno minacciato di chiamare i Carabinieri e solo dopo questo una delle operatrici è riuscita a mettersi in contatto con la responsabile della struttura che, dopo aver rifiutato di parlare con i sanitari, ha suggerito di firmare la scheda e mandare via il 118 assumendosi tutte le responsabilità.
Sempre dalle nostre fonti apprendiamo che le due operatrici sono lì da oltre una settimana 24h su 24 e che la presidenza ha dato ordine agli altri operatori di non frequentare la struttura sino a loro ordine. Resta anche l’assoluta inosservanza e mancanza dei DPI necessari.