La vita ci riserva delle cattive sorprese. Non sempre i sacrifici fatti durante gli anni ci danno dei frutti da cogliere, anzi. Nel caso di Michele la vita è stata proprio ingiusta, ma nonostante questo non demorde. Ex commerciante, Michele ha 56 anni e per lo Stato italiano è troppo giovane per avere la pensione e troppo vecchio per lavorare. Ha dovuto chiudere il suo negozio, dove dentro ha buttato sangue e sudore, e da lì ha perso anche la casa perché impossibilitato a pagare il mutuo. “Non potevo andare in mezzo alla strada con i miei figli e dopo un anno di insistenza il Comune mi ha dato un casa, ma da Bari ci siamo trasferiti ad Acquaviva”. Michele non demorde, anzi, visto che il lavoro non c’è perché si cercano giovani da sfruttare, si mette a vendere gli accendini, gli accendi gas o le ricariche degli accendini per strada. “Penso spesso alla mia condizione e ci sto male, ma cosa devo fare? Pensare di diventare un delinquente mi è passato per la testa ma poi che insegnamento do ai miei figli? Sarei disposto a fare di tutto, sempre compatibilmente coi miei problemi di salute. L’unica cosa che non mi sento di accettare è il guardiano notturno perché ho paura. Il lavoro è onore e non mi sarei mai aspettato di arrivare a questo punto”. Michele è l’emblema della situazione italiana odierna. Mentre il Governo Meloni discute sul togliere il reddito di cittadinanza, ci sono persone, come Michele che a causa dell’età non trovano un lavoro. Il reddito è l’unica fonte di sostentamento e spesso neanche quello basta per poter pagare le bollette. Anziché discutere se toglierlo o no, bisognerebbe capire come cambiare il concetto del lavoro in questo paese.
Giudice antimafia sotto scorta condanna boss della Scu e 35 affiliati: pene complessive per 360 anni di carcere
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]