“Non accetto questa accusa. Io non ho mai seguito nessuno ed essere accusato di stalking mi fa davvero male. I fatti non sono andati così”. A parlare è Mimmo, l’uomo condannato a 2 anni e sei mesi per stalking nei confronti della mamma di una ex compagna di classe della figlia della sua compagna. Il tutto è iniziato dopo che la ragazza ha denunciato la sua compagna di classe di bullismo. La madre aveva così deciso di affrontare la giovane in classe e dopo un battibecco l’aveva colpita con una testata al naso. “Quel giorno siamo stati chiamati perché alla ragazza usciva il sangue dal naso. Ci hanno spiegato cosa fosse successo e, dopo essere andati in ospedale per la frattura al naso, ho deciso di chiamare la donna che l’aveva aggredita”. In quella chiamata, come denunciato dalla donna e confermato da lui stesso, Mimmo aveva avanzato una minaccia. “Dammi 20mila euro o chiamo le pompe funebri”. “In quel caso è vero e ho sbagliato, ma mai e poi mai mi sono permesso di seguirla”. Mimmo ha spiegato che quanto denunciato dalla donna è falso. “Le foto della mia macchina appostata sotto casa sua non son vere. Per raggiungere la casa della mia compagna doveva necessariamente passare di lì. Infatti nelle foto si vede che sono di passaggio non appostato. Anche il fatto del supermercato. Andavo lì per andare a prendere la mia compagna non per seguire lei. Anzi, fu la donna a contattarmi per chiedermi di far togliere la denuncia di aggressione”. “Una volta ci siamo incontrati anche fuori dal Caf. In quella occasione il marito mi parlò serenamente, mentre lei mi spinse a terra e mi disse che mi avrebbe fatto arrestare. Se avessi davvero fatto ciò per cui mi accusano, il marito avrebbe mai potuto parlare con me in quel modo?”. Una versione dei fatti ben diversa da quanto esposto fino ad ora. Per questo l’avvocato di Mimmo ha già pronta la richiesta di opposizione alla condanna. “Posso essere condannato per minaccia perché è giusto, ma non per stalking. Non è vero”. Noi come sempre siamo a disposizione di chiunque voglia fornirci la sua versione die fatti.
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- di: Raffaele Caruso
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