“Tu vivo da questo istituto non esci”. Un’aggressione annunciata quella subita da Samuele, il giovane 15enne brutalmente picchiato fuori dall’istituto De Lilla di Bari. A dargli questo messaggio sarebbe stata una ragazzina della stessa scuola che ha chiamato i suoi amici per far picchiare Samuele. Il motivo, si pensa qualche sguardo di troppo o qualche parola fuori posto che non sono state gradite dalla giovane.
“Si pensa che la scuola sia un posto sicuro, si mandano i figli con tanta serenità, ma poi rischi di non vederli tornare a casa. Mio figlio poteva morire”. Annarita e Antonio sono ancora scossi per quanto accaduto al loro figlio. “Il suo volto è irriconoscibile. Sarei andato io a picchiarli con le mie stesse mani questi ragazzini che hanno ridotto così mio figlio. Ma poi sono tornato in me ed è giusto che la giustizia faccia il suo corso”. È stata così sporta denuncia e i genitori di Samuele hanno anche fatto vedere i messaggi sui social in cui gli veniva annunciato che sarebbe stato picchiato fuori da scuola.
Samuele per l’aggressione subita ha una frattura al setto nasale, un sopracciglio rotto, un trauma cranico, denti rotti e un forte dolore alla schiena. Le condizioni in cui è stato ridotto sono state sin da subito gravi, ma per fortuna ha ripreso conoscenza. “Pensare che avevo paura che finisse così andando a Muay thai e invece me lo hanno ridotto così fuori da scuola” sottolinea Antonella. “Il problema è che se mio figlio ha capito il valore dello sport, infatti ha cercato di evitare lo scontro, questi ragazzi, anche loro frequentatori di sport di combattimento, pensano che invece possano praticarlo quando vogliano”. Parole sante quelle di Antonella che arrivano dopo l’augurio di pronta guarigione del pugile barese, Francesco Lezzi. Lui stesso ha sempre detto che si combatte sul ring e mai per strada, rispettando le regole che la disciplina impone. Il gladiatore barese vorrebbe far visita a Samuele e invitarlo a frequentare la sua palestra una volta che si rimetterà. “Mi fa rabbia che questi ragazzini dopo aver ridotto così mio figlio, siano tranquilli e liberi di poter fare quello che vogliono. Fa paura pensare che per loro non sia successo nulla”.