“Nel pomeriggio Michele Emiliano ha commissariato Alfonso Pisicchio, che guidava l’Arti. Dopo poche ore, Pisicchio viene arrestato per corruzione. A pensar male si fa peccato, ma è evidente che Emiliano sapesse ciò che stava per accadere. Ergo, qualcuno lo ha avvisato. E questa è una cosa gravissima”. Quella del vicepresidente della commissione Antimafia, l’onorevole Mauro D’Attis di Forza Italia, è stata la prima reazione politica all’ennesimo terremoto giudiziario che ha travolto Bari e la Puglia.
Ed è giallo attorno alla scelta della Regione Puglia di rimuovere Alfonso Pisicchio dalla carica dell’Arti, l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, a poche settimane dalla nomina e poche ore prima dell’arresto. Sarebbe stato lo stesso ex assessore regionale, politicamente vicino al governatore Michele Emiliano di cui è stato anche assessore regionale nella scorsa legislatura, a presentare le dimissioni. “Non c’è assolutamente nulla di politico. Semplicemente, la mia aspirazione è un’altra, la direzione dell’accademia delle Belle Arti. E siccome a fine mese viene pubblicato il bando, temo sia incompatibile con il ruolo che svolgo”, si legge nella lettera a firma di Pisicchio. Ma nella delibera della Regione (si parla di volontà di accelerare il percorso di riforma dell’Agenzia) e nel comunicato ufficiale non c’è traccia di eventuali dimissioni.
La Giunta regionale ha nominato commissario straordinario Cosimo Elefante, dirigente regionale, Rtd (Responsabile della transizione al digitale) della Regione Puglia. Pisicchio nel 2020 fu indagato per corruzione nell’ambito di una inchiesta della procura di Bari su presunte promesse di assunzioni in cambio di voti. Fu lui stesso a comunicarlo dicendo di avere ricevuto dalla guardia di finanza “la notifica di un avviso di garanzia” e di aver “fornito da subito” la sua “totale disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti”, aggiungendo che i “fatti oggetto di indagine” non riguardavano “affatto” la sua “attività istituzionale”. Di quel filone non si è più saputo nulla.
A difenderlo ora è Michele Laforgia, l’avvocato che nella giornata di ieri ha rimesso ai partiti la sua candidatura alla carica di Sindaco di Bari dopo l’allunamento delle primarie. “È un rischio concreto, visti i segnali che vengono dal governo, anche dopo le elezioni, confermate per giugno prossimo, considerate le indagini ancora in corso e i rumors di ulteriori, possibili iniziative della magistratura nelle prossime settimane”, le sue parole rilasciate 24 ore prima dell’arresto di Pisicchio. Laforgia è anche l’avvocato di Nicola Canonico, arrestato a ottobre 2022 con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso in relazione alle Comunali del 2019, e aveva ricevuto anche la visita nel suo studio di Armando De Francesco, il braccio destro di Cataldo che ha svelato per primo il “sistema Sandrino”.