Secondo la Procura di Bari Sandrino Cataldo sapeva che l’arresto sarebbe arrivato da un momento all’altro e per questo motivo avrebbe architettato un piano con il braccio destro Armando De Francesco con l’obiettivo di inquinare le indagini. Come per il caso Pisicchio, anche in questo caso ci sarebbe stata un’altra fuga di notizie: Sandrino sarebbe stato avvisato e informato di quello che stava accadendo.
Tanti dubbi restano attorno alla registrazione del colloquio con De Francesco avvenuto circa 20 giorni prima dell’arresto. Una conversazione trovata dai Carabinieri durante la perquisizione sulla chiavetta usb all’interno di una valigetta. Secondo la Procura Sandrino era pronto a sfruttarla in vista delle primarie tra Vito Leccese e Michele Laforgia, poi annullate a causa della rottura registrata nel centrosinistra. Secondo la difesa, come emerso dall’udienza davanti al Tribunale del Riesame in cui è stata chiesta la revoca degli arresti domiciliari, la registrazione aveva uno scopo cautelativo e non è stata consegnata ai pm proprio per non danneggiare il centrosinistra. Almeno fino al 3 aprile Cataldo non aveva ancora deciso chi appoggiare alle Primarie, la Procura insiste sulla possibilità che stesse complottando per depistare le indagini. La palla passa al Riesame.