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Piste ciclabili, nella Legge di Bilancio azzerati i fondi: il Comune di Bari chiede il reintegro

14 Dicembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin
14 Dicembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Con 25 voti favorevoli e 4 astenuti, questo pomeriggio il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno – primo firmatario il consigliere Pierluigi Introna -, sottoscritto dai gruppi consiliari PD, M5S, CON, Popolari per Bari, Avanti Sindaco, Decaro Sindaco, Bari Bene Comune, Dirella Sindaco, Sport Bari e Decaro per Bari, con cui si chiede al Governo e al Parlamento l’immediato ripristino del “Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane” nella Legge di Bilancio 2023.

Come noto, infatti, allo stato il disegno di legge della Legge di Bilancio 2023 prevede l’azzeramento del fondo (istituito con la legge 160/2019), con il definanziamento dei 94 milioni di euro previsti per gli anni 2023 e 2024.

Una scelta in netto contrasto con la strategia nazionale messa in campo negli ultimi anni che, con il “Piano Generale della Mobilità ciclistica 2022-2024” (approvato con decreto del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili il 23 agosto 2022), ha definito per la prima volta la strategia, gli obiettivi e le azioni necessarie per promuovere lo sviluppo della mobilità ciclistica nelle aree urbane e metropolitane insieme ai target, da raggiungere entro il 2024, di aumento del 20% della quota modale di spostamenti in bicicletta e di incremento dell’estensione delle infrastrutture ciclabili (sino ad almeno 32 km/100 kmq) in tutti i Comuni capoluogo.

C’è anche da considerare che, rispetto alle città leader in Europa, quelle italiane scontano ancora un notevole gap di ciclabilità – come emerge dal recente dossier “Non è un paese per bici”, a cura di Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente – per colmare il quale sarebbe necessario, al contrario, quadruplicare i chilometri di percorsi ciclabili, attraverso un piano straordinario di promozione della ciclabilità urbana cui destinare 500 milioni l’anno da qui al 2030, per una spesa complessiva di 3,2 miliardi di euro.

Il documento approvato oggi dal Consiglio comunale impegna perciò il sindaco e la giunta a farsi parte attiva presso il Governo, il Parlamento e l’ANCI, affinché nell’iter parlamentare di discussione, emendamento e approvazione della Legge di Bilancio 2023 venga integralmente ripristinato, e se possibile aumentato, detto finanziamento o, in ogni caso, vengano stanziate apposite risorse per sostenere interventi e progetti dei Comuni finalizzati ad ampliare e mettere in sicurezza le reti di ciclovie urbane previste da PUMS e Biciplan (ai sensi della legge n. 2/2018).

“Ringrazio tutti i consiglieri comunali che hanno voluto firmare questo ordine del giorno – ha esordito Pierluigi Introna in Consiglio -, un documento trasversale ai diversi orientamenti politici che in questi giorni è in discussione in molte grandi città d’Italia e che riguarda non solo la ciclabilità ma anche la sicurezza urbana, tema particolarmente delicato visti i 106 ciclisti urbani morti nel corso di quest’anno nel nostro Paese.

Non si fa che parlare di svolta green, ma è necessario essere consapevoli che si tratta di un obiettivo che potremo raggiungere solo grazie ad azioni concrete e a indirizzi politici chiari e coerenti.

Oggi il Consiglio comunale ha espresso con chiarezza la propria posizione a riguardo”.

“Dall’inizio di dicembre molte città italiane stanno approvando ordini del giorno analoghi per consegnare al Governo e al Parlamento la volontà delle amministrazioni locali, da tempo impegnate nella promozione della ciclabilità come strumento di mobilità sostenibile e buona pratica per la salute dei cittadini, di continuare ad attingere al fondo nazionale che oggi, al contrario, rischia di essere azzerato – è il commento dell’assessore alla Mobilità sostenibile Giuseppe Galasso – vanificando il lavoro di programmazione ed esecuzione realizzato fin qui.

È del tutto evidente, infatti, che gli obiettivi fissati dal Piano generale della Mobilità ciclistica 2022-24 siano del tutto irraggiungibili senza il concorso dello Stato.

A Bari, ad esempio, il programma comunale “Muvt in bici”, implementato dall’ulteriore iniziativa “Bike to art”, conta oggi oltre 1800 iscritti, di cui 1149 utenti attivi, grazie ai quali è stato possibile monitorare gli spostamenti sugli itinerari casa-lavoro-studio o casa-tempo libero, con una percorrenza complessiva di oltre 1 milione e 343 mila km, con più di 200 tonnellate di Co2 risparmiate, a dimostrazione di un sensibile incremento della mobilità ciclabile, con una percorrenza media cittadina di 4,8 km per ogni sessione di movimento.

Al contempo il PUMS della Città Metropolitana di Bari, già adottato e in corso di approvazione, prevede l’incremento delle infrastrutture ciclabili per raggiungere la media nazionale di 32 km/100 kmq che, nel caso della città di Bari, corrisponderà alla soglia di 38 km di percorsi ciclabili rispetto agli attuali 29,6 km.

Da anni siamo impegnati a promuovere una nuova cultura della sostenibilità che passa per comportamenti consapevoli, a cominciare dalla scelta di rinunciare all’auto privata per piccoli spostamenti, privilegiando altri mezzi, tra i quali certamente la bicicletta. E in funzione di ciò e a tutela della sicurezza dei ciclisti abbiamo ridisegnato le strade e introdotto percorsi ciclabili e dispositivi di moderazione del traffico e della velocità in ambito urbano affinché muoversi in bici diventi una soluzione sicura oltre che conveniente.

Per questo, insieme a molte altre città italiane, abbiamo scelto di consegnare al Governo e al Parlamento la nostra netta opposizione al definanziamento di quel fondo, e contiamo sulla mediazione di Anci e del nostro sindaco per portare casa un risultato importante per il futuro delle nostre città e dell’ambiente urbano”.