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Policlinico Bari, cresce l’indignazione. Nuova denuncia shock: “La dignità di mia madre buttata nel cesso”

15 Giugno 2022
– Autore: Raffaele Caruso
15 Giugno 2022
– Autore: Raffaele Caruso

“Ho letto l’articolo denuncia del signore la cui mamma era nel Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. Potrei raccontarti le medesime cose. Un iter doloroso che ho vissuto con mia madre e che si sbloccò solo nel momento in cui incominciai ad urlare e minacciare denuncia. Non so quanto possa essere utile la mia testimonianza, ma è una tessera che si aggiunge a questo increscioso puzzle”.

È il messaggio arrivato in redazione da una nostra lettrice che abbiamo raggiunto telefonicamente per ascoltare la sua storia. “Parliamo di ottobre 2019 quando ho chiamato il 118 in seguito ad una caduta di mia madre 90enne. Sospettando una frattura ho fatto venire un’ambulanza e si è deciso di trasportarla al Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. È stata portata in sala rossa e qui ha il via la nostra odissea”.

“Per 12 ore non abbiamo ricevuto alcuna notizia, sono rimasta lì in sala d’attesa su quelle poltroncine nonostante chiedessi aggiornamenti di continuo – continua -. Riesco ad entrare in sala rossa dopo diverse ore, l’ho trovata su una barella ma ancora non le avevano fatto alcun accertamento. Mi dicono di andarmene perché era inutile la mia presenza, mi danno il numero di telefono e dicono di chiamare per ricevere informazioni. Così ho fatto, poi nei giorni a seguire mi sono ripresentata in ospedale. Non mi hanno dato alcuna notizia, anzi mi hanno chiesto di portare gli indumenti di mamma, tutte le medicine che prendeva in quanto diabetica perché non ne avevano a disposizione. Poi dalla sola rossa mi hanno cacciato di nuovo”.

“Quelle poche volte che l’ho potuta vedere mi sono subito resa conto che non veniva nutrita né idratata. Aveva la lingua come un pezzo di cuoio, mi sono proposta di andare lì agli orari consentiti per darle da mangiare – spiega -. Me lo hanno consentito, ma sempre in questo clima di menefreghismo e disattenzione. Un giorno l’ho trovata completamente nuda, hanno preso la dignità di una persona e l’hanno buttata nel cesso. Scusate le parole, ma questo è. Digiuna, completamente disidratata, sporca di sangue, abbandonata a sé stessa, tutte le medicine portate sono sparite. A quel punto ho iniziato ad urlare letteralmente come una pazza, ho iniziato a minacciare. Tutti i medici solo allora sono corsi tutti da mia madre, solo così ho ottenuto la loro attenzione dopo giorni”.

“Mia madre non c’è più. Aveva il diabete, andava controllata continuamente. Aveva il pannolone, faceva la cacca e la pipì ma non la pulivano – conclude -. Non facevano nulla, nemmeno la terapia. La somministravo io, finché i farmaci non sono spariti. Sono dovuta tornare a casa mia, mi sono fatta ridare tutti i farmaci pagandoli. Ad un certo punto hanno detto che mia madre non aveva nulla e che poteva tornare a casa. Ero scioccata, ma sono riuscita a trovare un posto in un altro reparto dell’ospedale solo dopo aver fatto altro casino. Questo è il Policlinico”.