Turni di lavoro massacranti a causa della carenza di organico. Dopo la scomparsa del dottor Raffaele Sebastiano, morto di infarto dopo 12 ore di sala operatoria, i sindacati scrivono ai vertici del Policlinico e della Regione per denunciare, ancora una volta, le condizioni a tratti disumane in cui sono costretti a lavorare gli operatori sanitari.
“I sindacati esprimono solidalmente profonda commozione e gratitudine nei confronti del collega dirigente medico che recentemente è venuto a mancare, onorando fino in fondo il suo compito di medico e di lavoratore al servizio dei pazienti. Una perdita che ci deve far riflettere e non aggiungiamo altro, proprio per evitare strumentalizzazioni e ipocrisie”.
“Nel contempo, però, data la situazione di evidente emergenza, con i casi di contagio da covid che stanno in queste ultime settimane risalendo rapidamente raggiungendo punte di trasmissibilità mai viste in precedenza, non è possibile continuare a far lavorare il personale in condizioni di rischio per le note carenze di organico” sottolineano.
“Da tempo, ormai, denunciamo che nell’ospedale manca una attenta organizzazione del lavoro – continuano -, a tutti i livelli, che consenta al personale tutto di operare in salute e sicurezza. Un esempio eclatante è dato dalle continue battaglie per cercare di riportare alle giuste dimensioni l’utilizzo indiscriminato della P.D., che oggi viene utilizzata ordinariamente “a catena di montaggio” per sopperire alle carenze di personale”.
“Come può il personale, sempre lo stesso, con una pandemia in corso ormai da due anni coprire più turni di servizio? Come può il personale, sempre lo stesso, non sentire l’esigenza di un sano e legittimo recupero psico-fisico? Come si fa a non rinnovare i contratti di lavoro al personale a tempo determinato (vedi gli OSS a cui è scaduto il contratto da oltre un mese con i reparti lasciati allo sbando per mancanza di personale) mentre le richieste di assistenza sanitaria sono in netto incremento?” si chiedono i sindacati.
“Eppure, nel Policlinico di Bari, malgrado gli sforzi dei sindacati, qualcuno durante le riunioni di delegazione trattante anziché mostrare la dovuta attenzione ad un confronto franco e sincero orientato a trovare soluzioni idonee e possibilmente condivise sulle problematiche che attraversa l’Azienda, pensa bene di raccogliere semplicemente le dichiarazioni di parte sindacale, con fare scocciato ed irritante, per poi arrogarsi il diritto di assumere le decisioni che interessano migliaia di lavoratori e di assistiti in perfetta solitudine, nella convinzione di poter disporre dei destini di
dipendenti e pazienti”.
“Ancora una volta – continuano – segnaliamo l’assoluta mancanza di informazione, con il Direttore Generale che procede ad assumere unilateralmente iniziative anche su materie che sono oggetto di confronto e comunque di interesse per il personale dipendente. Infatti, si continuano ad assumere decisioni senza coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori, dalla RSU alle OO.SS., sino a giungere agli RLS, in un frangente, quale è quello attuale, che dovrebbe invece vederci tutti assieme, uniti per cercare di adottare decisioni condivise nell’interesse degli assistiti e degli operatori sanitari”.
“Ebbene, siamo stanchi di assistere a questi atteggiamenti da capetto e non intendiamo più tollerarli. Sono tanti gli operatori sanitari che ci segnalano di avere ricevuto una telefonata con la quale si dispone la loro assegnazione in Fiera dall’oggi al domani, senza nessuna attenzione verso operatori sanitari, socio sanitari, che sono in quarantena o in malattia, sguarnendo da un giorno all’altro le UOC–Servizi dove sono attualmente collocati, con la evidente riduzione di tutte le prestazioni, visite ambulatoriali, esami emato chimici e strumentali, ricoveri, che da tempo i cittadini attendono di poter effettuare dopo i già lunghissimi tempi di attesa nel Policlinico. E tutto questo accade senza conoscere i criteri con cui si procede a tali assegnazioni, senza aprire un confronto con le OO.SS., evidentemente senza sentire i direttori delle Unità Operative, senza verificare forme di reperimento di altro personale (a partire dalla conferma dei rapporti di lavoro a tempo determinato), visto che i casi di contagio non mancano tra il personale sanitario”.
“Siamo a segnalare che in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori il Direttore Generale continua a mostrare tutta la sua insofferenza quando gli viene richiesta la puntuale applicazione delle norme contrattuali e legislative vigenti, evidenziando che se non si presta la dovuta attenzione a tale materia si rischia seriamente che a brevissimo il sistema non regga dinanzi a questa nuova ondata di contagi”.
“È bene ricordare che al Policlinico si continua a sostenere che non ci sono infermieri per coprire i turni e si mandano a casa gli OSS a tempo determinato in piena pandemia, per poi accorgersi che non essendoci OSS e neanche infermieri è necessario utilizzare il fondo ex art.80 (dei lavoratori) per pagare le troppe P.D. indispensabili per coprire le gravi e croniche carenze di personale, sottraendo così importanti risorse da un utilizzo delle risorse che deve essere oggetto di negoziazione e che deve servire a incentivare il personale retribuendolo per le maggiori performance lavorative e non certo per pagare il salario accessorio necessario a coprire le carenze di organico”.
“Manovalanza e lavoro a cottimo non sono mai esistiti nel contratto della sanità pubblica, sono tipiche di altre terre e altri contesti socio culturali. Che fine hanno fatto gli angeli bianchi, gli eroi di qualche mese fa? – si chiedono i sindacati – A che serve accrescere il livello delle competenze dei professionisti della sanità se poi agli stessi non si vuole nemmeno riconoscere il diritto alla mensa?”.
“Possibile che per gli Eroi del Policlinico questo diritto non possa essere riconosciuto? È normale che per far riconoscere tale diritto bisogna rivolgersi al Giudice del Lavoro nonostante la Corte di Cassazione ha sancito tale diritto, ancor di più in una Azienda dove la mensa è stata chiusa sin dal 2020? Eppure – spiegano – in Prefettura erano stati assunti impegni ben precisi, ad oggi disattesi, visto che non si è proceduto all’attribuzione dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa. Ormai, vista l’ottusità della Direzione anche dinanzi ad un diritto conclamato, non ci resta altra strada che avviare le azioni legali per salvaguardare il diritto dei lavoratori ad usufruirne, su cui poi, una volta acquisite le relative sentenze, ci riserviamo di trasmettere un esposto alla procura della Corte dei Conti per il conseguente danno erariale che ne discenderà per i maggiori costi che l’Azienda dovrà sopportare a seguito dei giudizi che saranno intentati, perché la responsabilità su questi maggiori costi è facilmente individuabile e certamente non permetteremo che tali costi possano ricadere sulla collettività”.
“Ritenendo la situazione insostenibile – annunciano -, è indetta per giovedì 13 gennaio 2022 una Assemblea Sindacale a cui sarà invitata anche la stampa e seguirà nella mattinata un sit-in di protesta dinanzi al portone centrale dell’A. O. U Policlinico. A tal proposito, vogliamo ricordare l’impegno assunto dallo stesso Presidente della Regione Puglia, dott. Michele Emiliano, all’indomani della proclamazione della mobilitazione e della contestuale convocazione della Conferenza stampa dello scorso 30 marzo 2021 nel momento in chi dichiarò la propria personale disponibilità ad affrontare direttamente i vari problemi che attanagliano l’A.O.U. Policlinico, eppure ad oggi alcun riscontro sui tanti problemi segnalati ci è pervenuto dalla Regione Puglia, considerato che la situazione da allora è finanche peggiorata”.
“I sindacati, inoltre, una volta informati i lavoratori e acquisito il loro mandato procederanno ad attivare con sollecitudine tutte le iniziative di lotta a sostegno di una vertenza che deve mettere al centro dell’attenzione i diritti dei lavoratori e gli standard di sicurezza e di appropriatezza della cura per gli assistiti, perché ci troviamo dinanzi ad una Azienda che nella sua mission ha il compito di produrre salute e non contenziosi o situazioni di rischio, nella convinzione che ormai si è raggiunto un limite oltre il quale non si può andare e a nulla può valere il richiamo alla responsabilità e alla compostezza in un momento critico come quello che stiamo vivendo – concludono -, perché proprio il senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori e degli assistiti ci induce ad avviare questa campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione, prima che nefaste conseguenze possano abbattersi sull’azienda e sul personale dipendente”.