Appalti truccati, falsi ideologici, peculato, rivelazione del segreto di ufficio, omissione di atti d’ufficio e subappalto illecito. Sono queste le accuse a carico dei 24 indagati finiti nel mirino della guardia di Finanza di Monopoli.
In 10 sono stati raggiunti da un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali. Si tratta di pubblici ufficiali del Comune di Polignano a Mare come il sindaco Domenico Vitto e il vicesindaco Salvatore Colella oltre che tre dirigenti e funzionali comunali. a questi si aggiungono altri 14 imprenditori locali
I provvedimenti cautelari sono intervenuti in esito ad un’articolata indagine, condotta dalla Compagnia Guardia di Finanza di Monopoli e guidata dall’Ufficio del Pubblico Ministero, che ha permesso di accertare allo stato le numerose tipologie di delitti contro la Pubblica amministrazione grazie ad attività tecniche d’intercettazioni, attività di analisi della documentazione amministrativa e contabile acquisita nel corso di perquisizioni personali e domiciliari.
Sarebbero plurime e sistematiche le condotte collusive e perturbatrici dei pubblici appalti banditi, negli ultimi anni, nel Comune di Polignano a Mare. Condotte poste in essere dai pubblici ufficiali apicali dell’ente locale, di volta in volta in concorso con diversi imprenditori e professionisti economici interessati all’aggiudicazione di appalti e affidamenti diretti “sotto soglia comunitaria” in un quadro di evidenti legami funzionali al sostegno elettorale nelle elezioni amministrative, sottolinea la Finanza.
Le attività specificamente contestate riguardano una serie di condotte concorsuali finalizzate alla turbativa di ben 9 procedure di gara, relative al periodo 2020/2021. Sono emerse tecniche collusive collaudate, con adattamento e taratura dei bandi di gara, prima ancora della loro pubblicazione, sugli operatori economici collegati agli indagati o soggetti loro vicini. In taluni casi si è assistito all’alterazione della procedura del sorteggio pubblico stabilito nella gara ad evidenza pubblica, in realtà mai avvenuta, con l’intento di escludere gli operatori economici provenienti da altre località del territorio nazionale e, quindi, al di fuori della sfera d’influenza delle figure politico-istituzionali coinvolte nell’inchiesta.