Il Tribunale di Bari ha condannato lo scorso gennaio a 2 anni e 6 mesi di reclusione, per calunnia e diffamazione aggravata, l’ex inviato di ‘Striscia la Notizia’ Domenico De Pasquale, conosciuto come Mingo. Stessa sorte per sua moglie, Corinna Martino. De Pasquale era accusato di aver falsamente incolpato di abuso d’ufficio e falsità ideologica l’assistente capo della polizia Gianluca De Stefano che aveva condotto le indagini (per truffa, simulazione di reato e diffamazione) nei confronti dell’ex inviato del tg satirico e della moglie. Le indagini erano scattate in seguito a una segnalazione da parte di Mediaset. Presentando una denuncia nel 2016, De Pasquale e Martino avevano attribuito “interessi personali” a De Stefano nella conduzione di quelle indagini e una “non corretta gestione delle indagini nell’acquisizione delle sommarie informazioni testimoniali”.
“Sembra che il De Stefano – scrissero nella querela – usi interrogare in un clima di assoluto terrore, abusando della sua qualità di pubblico ufficiale, estorcendo dichiarazioni e manipolando i verbali, facendo dichiarare cose non corrispondenti al vero e inducendo l’autorità giudiziaria in errore, orientando l’attività di indagine in modo del tutto non conforme alla realtà e spaventando così le persone che lui interroga”. Dalla denuncia era nato un procedimento penale nei confronti del poliziotto, poi archiviato. Nel decreto di archiviazione si legge che De Pasquale e Martino “speravano invano che la loro versione dei fatti venisse confermata dai testi da loro citati, avendo costruito la ormai famigerata ‘macchina del fango’ nel tentativo di inquinare le prove a loro carico”.
Il Tribunale di Bari ha depositato a distanza di settimane le motivazioni della sentenza. Secondo i giudici i due “avrebbero costruito un castello di menzogne”, sottolineando la “gravità dell’accaduto, che ha visto Martino e De Pasquale ordire in danno della persona offesa un complesso di menzogne, da un lato, gravemente lesive della reputazione del pubblico ufficiale e, dall’altro, concretamente idonee ad esporlo a gravissime conseguenze personali e professionali in ragione dell’apertura a suo carico di un procedimento penale archiviato dopo oltre un anno dai fatti”.
Martino “non si limitava a portare all’attenzione del magistrato fatti e circostanze apprese da altri, piuttosto, attraverso la loro manipolazione, l’imputata costruiva un castello di menzogne, rispetto al quale non poteva avere alcuna consapevolezza di veridicità, per la semplice ragione che nessuno dei suoi collaboratori le aveva mai riferito tali circostanze”, si legge nelle carte. Questo avrebbe causato un “grave turbamento psichico nella vittima, esposta suo malgrado ai pressanti timori legati alla pendenza del procedimento a suo carico e alle gravissime accuse veicolate attraverso una esposizione mediatica non comune”. I due hanno “screditato la dignità personale e professionale di De Stefano attribuendo al pluridecorato ispettore di polizia gravissimi reati”, concludono i giudici nella loro ricostruzione. De Pasquale e Martino sono stati anche condannati al pagamento di una provvisionale per complessivi 25mila euro e alla rifusione delle spese legali. L’ex inviato di ‘Striscia’ dovrà anche pagare una multa da 7.500 euro.