Il post è commovente, una richiesta d’aiuto per una famiglia che vive in una casa diroccata nelle campagne di Adelfia. A scriverlo, sul gruppo Facebook “Adelfia senza censura” è un ex consigliere comunale ai tempi in cui era sindaco Vitantonio Antonacci. Di anni ne sono passati tanti da allora, ma sembra che i problemi di Mina e Natale, questo il nome dell’uomo e della donna per cui si chiede l’intervento di istituzioni, associazioni e privati cittadini, siano persino peggiorati. L’arrivo del figlio Vincenzo, piccolissimo, rende effettivamente quell’abitazione inopportuna, vergognosa. Nel giro di poche ore parte una gara di solidarietà e un’imprenditrice originaria di Adelfia offre a Natale e Mina un lavoro, purché siano disposti a trasferirsi a Cassano delle Murge. La coppia non ha la casa, percepisce il reddito di cittadinanza e nel corso degli anni ha ricevuto altri aiuti da parte dei servizi sociali.
In passato Natale e Mina avevano chiesto il nostro aiuto, ma dopo aver appreso alcune informazioni e fatto i necessari approfondimenti, abbiamo deciso di dedicarci ad altre persone in crisi. A quei tempi Vincenzo non era ancora nato. Mina e Natale non hanno mai tollerato quel rifiuto e inoltre hanno mal digerito il pezzo di cronaca in cui raccontavamo dell’aggressione all’assessore al Welfare del Comune di Adelfia, Biagio Cistulli. La nascita del piccolo ha cambiato tutto e ci siamo quindi prodigati dopo aver letto il post nel tentativo di dare loro una mano. La nostra scelta del passato, però, non era perdonabile, così la famiglia ha rifiutato di parlare con noi. Legittimo. Nel frattempo, però, eravamo riusciti a metterci in contatto con l’imprenditrice disposta a dare loro una nuova vita. Abbiamo così insistito, cercando di parlare con Mina per raccontarle a quali condizioni avrebbero dovuto accettare casa a e lavoro per entrambi. Li abbiamo incontrati casualmente mentre andavamo dall’imprenditore, ex consigliere comunale e autore del post, presso la sua stazione di servizio, sulla provinciale per Valenzano.
L’accoglienza è stata tremenda. “Vattene, ti ammazzo, ti massacro, ti apro la testa come un melone”. Minacce di ogni tipo, pesanti bestemmie e mani addosso, con l’accusa infamante e infondata di essere “lecchini” dell’Amministrazione comunale adelfiese. A quel punto, incassando senza comprometterci, abbiamo tentato di ricostruire la vicenda nel video allegato al pezzo. La verità va detta tutta, fino in fondo. Abbiamo cercato di farlo, omettendo alcune informazioni particolarmente sensibili, con la speranza che l’aiuto al piccolo Vincenzo, soprattutto a lui, possa concretizzarsi. “Sono trent’anni che questi due poveretti vanno in giro e non hanno avuto una casa, e gli alloggi ci sono, l’ho saputo”, ha urlato tra le altre cose Ennio Picicci, l’ex consigliere comunale. Bene, a lui chiediamo cosa sia stato fatto per Mina e Natale negli anni in cui è stato amministratore del paese e perché, pur avendo la possibilità di intervenire non sia stato in grado di dare una sistemazione dignitosa alla coppia. Ciò che davvero importa è che Vincenzo stia bene. Dal canto nostro, certi del putiferio che questa vicenda solleverà, restiamo a disposizione di chiunque, civilmente, abbia qualcosa da dire in merito a questa triste storia, che ha il merito di sollevare molteplici problematiche comuni a molte e l’incapacità di dare risposte concrete a chi ha davvero bisogno di aiuto.