“Non è giusto che chi ha fatto errori in passato non possa reintegrarsi nella comunità. Non si giudica una persona dalla copertina. Non possiamo essere trattati da ultimi della società per degli errori che abbiamo già pagato o stiamo pagando”. A scrivere è Gabriele, un barese che sta scontando gli ultimi due anni di arresti domiciliari. Per i suoi errori sta pagando e vorrebbe tanto tornare sulla retta via per riuscire a sostenere le spese familiari lavorando dignitosamente. “Ho chiesto per quattro volte la possibilità di lavorare, ma i giudici hanno sempre respinto la mia richiesta. Ho una famiglia da sostenere, bollette da pagare e affitti arretrati. Per delle misure che mi sono state applicate mi è stato tolto anche il reddito di cittadinanza. Io sto pagando il mio errore come è giusto che sia, ma ditemi voi, giudici, che strada devo prendere per non tornare a delinquere e riuscire a sostenere la mia famiglia. Non posso elemosinare i soldi dai parenti per riuscire a fare la spesa. Ho sostenuto 20 colloqui e tutti mi hanno deriso. Come me ci sono migliaia di persone che si trovano nella mia stessa situazione e vogliamo anche noi riscattarci. Se nessuno ci ascolta o dà una possibilità rischiamo di rifare gli stessi errori del passato. Spero che si faccia qualcosa, come delle cooperative sociali che possano aiutarci”.