Al dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Moro – Falcone” di Adelfia non piace che i genitori dei suoi alunni commentino fatti scolastici su Facebook. Tuttavia, un mese fa, una mamma non è riuscita a trattenersi e ha scritto un post sul gruppo Facebook del paese, ironia della sorte chiamato: “Adelfia senza censura”, per manifestare il suo dissenso verso la scelta del Collegio dei Docenti di non effettuare le recite di Natale. Il post ha raccolto quasi 500 commenti, molti dei quali dello stesso tenore. Al netto della scelta, legittima, di organizzarsi come meglio si crede nell’ambito dell’autonomia scolastica, è successa qualcosa che riteniamo doveroso sottolineare. La dirigente, individuate due mamme su tutte, le ha fatte convocare dalla sera alla mattina, senza tra l’altro spiegare loro l’oggetto di tale convocazione. Panico in famiglia, tutti convinti si trattasse di qualcosa che riguardasse i propri figli. Il motivo della convocazione, scoperto l’indomani, era invece – proprio così – il contenuto di quei commenti sotto il post.
Ma quando tutto sembrava essere rientrato, è arrivata l’ennesima contestatissima decisione della preside: una circolare pubblica a tutti i soggetti in grado di entrare nel sistema informatico della scuola. Sul documento erano riportati i nomi e i cognomi delle due mamme, l’episodio del commento, la richiesta di scuse in privato e quelle pubbliche che sarebbero state scritte di lì a poco sullo stesso gruppo Facebook. In un caso, non solo non sono arrivate le scuse, ma la mamma si è rivolta a un avvocato per comprendere se ci fossero i presupposti per querelare la dirigente. Dal canto suo, la Preside, ha tenuto a far sapere a tutti gli altri genitori di stare attenti a esprimere il proprio pensiero liberamente, perché anche senza volerlo si potrebbe incorrere nell’oltraggio al pubblico ufficiale e dunque essere passibili di denuncia. Una specie di avvertimento che in tanti non hanno gradito. Un modo di fare che riporta indietro a tempi che pensavamo ormai superati.
In uno dei plessi di quell’Istituto comprensivo vanno a scuola i figli del direttore, Antonio Loconte, che ha espresso nel video allegato il suo pensiero in merito alla faccenda e ai retroscena da cui è partita. Antonio ha provocatoriamente invitato la Preside a querelarlo per aver espresso, nell’ambito del diritto di cronaca e cercando di mantenere saldi i principi di continenza e contingenza, un suo libero pensiero. La scuola dovrebbe essere il luogo del confronto per eccellenza, quello dell’esaltazione della dialettica, non della repressione a prescindere. Abbiamo chiesto alla preside la possibilità di porgerle alcune domande sul caso, ma per il momento non rilascia alcuna dichiarazione, salvo affidarsi a un’altra testata giornalistica, per la pubblicazione di un suo monologo.
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Preside “vieta” i commenti sui social, genitori avvertiti con una circolare: “Rischiate la denuncia”
Attualità
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Al dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Moro – Falcone” di Adelfia non piace che i genitori dei suoi alunni commentino fatti scolastici su Facebook. Tuttavia, un mese fa, una mamma non è riuscita a trattenersi e ha scritto un post sul gruppo Facebook del paese, ironia della sorte chiamato: “Adelfia senza censura”, per manifestare il suo dissenso verso la scelta del Collegio dei Docenti di non effettuare le recite di Natale. Il post ha raccolto quasi 500 commenti, molti dei quali dello stesso tenore. Al netto della scelta, legittima, di organizzarsi come meglio si crede nell’ambito dell’autonomia scolastica, è successa qualcosa che riteniamo doveroso sottolineare. La dirigente, individuate due mamme su tutte, le ha fatte convocare dalla sera alla mattina, senza tra l’altro spiegare loro l’oggetto di tale convocazione. Panico in famiglia, tutti convinti si trattasse di qualcosa che riguardasse i propri figli. Il motivo della convocazione, scoperto l’indomani, era invece – proprio così – il contenuto di quei commenti sotto il post.
Ma quando tutto sembrava essere rientrato, è arrivata l’ennesima contestatissima decisione della preside: una circolare pubblica a tutti i soggetti in grado di entrare nel sistema informatico della scuola. Sul documento erano riportati i nomi e i cognomi delle due mamme, l’episodio del commento, la richiesta di scuse in privato e quelle pubbliche che sarebbero state scritte di lì a poco sullo stesso gruppo Facebook. In un caso, non solo non sono arrivate le scuse, ma la mamma si è rivolta a un avvocato per comprendere se ci fossero i presupposti per querelare la dirigente. Dal canto suo, la Preside, ha tenuto a far sapere a tutti gli altri genitori di stare attenti a esprimere il proprio pensiero liberamente, perché anche senza volerlo si potrebbe incorrere nell’oltraggio al pubblico ufficiale e dunque essere passibili di denuncia. Una specie di avvertimento che in tanti non hanno gradito. Un modo di fare che riporta indietro a tempi che pensavamo ormai superati.
In uno dei plessi di quell’Istituto comprensivo vanno a scuola i figli del direttore, Antonio Loconte, che ha espresso nel video allegato il suo pensiero in merito alla faccenda e ai retroscena da cui è partita. Antonio ha provocatoriamente invitato la Preside a querelarlo per aver espresso, nell’ambito del diritto di cronaca e cercando di mantenere saldi i principi di continenza e contingenza, un suo libero pensiero. La scuola dovrebbe essere il luogo del confronto per eccellenza, quello dell’esaltazione della dialettica, non della repressione a prescindere. Abbiamo chiesto alla preside la possibilità di porgerle alcune domande sul caso, ma per il momento non rilascia alcuna dichiarazione, salvo affidarsi a un’altra testata giornalistica, per la pubblicazione di un suo monologo.
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