“In quella scuola vige l’anarchia, con atteggiamenti da parte degli alunni di tipo delinquenziale, mafioso”. A parlare è il docente di Diritto ed Economia del Majorana di Bari, Vincenzo Amorese, in diretta ieri pomeriggio su Rai 2. Il caso sta scatenando molto clamore mediatico. Da un lato c’è il professore che afferma di essere stato aggredito da due persone (violenza confermata dalle telecamere della scuola) dopo aver messo una nota a una studentessa. Dall’altra ci sono alcuni genitori e alunni che puntano il dito contro il professore dicendo che ha avuto atteggiamenti poco consoni in classe. Uno di loro ha persino scritto come commento a un nostro articolo in cui in toni duri affermava che l’insegnante si stesse masturbando in classe. Ovviamente a dover sancire la verità sarà la Magistratura, ma in tutta questa storia ci sono alcuni punti che non sono chiari. Stando a quanto racconta la preside sono molti gli alunni che hanno segnalato un atteggiamento poco consono del docente, il fatto strano però è che queste segnalazioni giungono solo dopo la nota e l’aggressione. Quindi significa che se la versione degli studenti è vera, questi hanno taciuto fino all’aggressione. Ma è anche vero che il giorno della nota, stando a quanto siamo riusciti ad apprendere da indiscrezioni trapelate nella scuola, in classe c’erano due insegnati di sostegno che pare abbiano affermato che il professore non abbia mai tenuto un comportamento sbagliato in classe. In più c’è anche da discutere sul fatto che due persone siano riuscite ad arrivare al primo piano e a picchiare un docente senza nessuno che li abbia fermati. Sapendo inoltre che ci sono stati altre aggressioni nella scuola. La preside Paola Petruzzelli, in diretta tv, anziché condannare l’aggressione e aspettare il lavoro della Magistratura, ha voluto subito mettere nell’impasto mediatico il probabile atteggiamento poco consono del professore, che di tutta risposta sottolinea quanto nella scuola ci sia l’anarchia da parte degli studenti. “Sono abituati a fare i cavoli loro. Più che assumere un po’ di fermezza e autorevolezza per ricondurre all’ordine non si può fare altro. Io in quella scuola non ci metto più piede”. Parole che hanno fatto infuriare la preside che subito ha protetto i suoi alunni. “Sono ragazzi come tutti gli altri, forse un po’ più abituati alla praticità di conoscere le persone che incontrano in maniera più veloce, rispetto ad altri che vivono magari delle situazioni più protette”. Insomma tutta la vicenda non è chiara e solo le indagini della Magistratura potranno dire cosa sia accaduto realmente nella scuola, dove nel frattempo c’è più tensione del solito tra il personale scolastico, rispetto a quella che c’è già normalmente.
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- di: Raffaele Caruso
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