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Promessa d’incarichi e minacce: il serbatoio deve sparire. L’intercettazione tra Sannicandro e Sgaramella

5 Aprile 2022
– Autore: Antonio Loconte
5 Aprile 2022
– Autore: Antonio Loconte

Il mistero comincia a chiarirsi. Torniamo ad occuparci della storia dei lavori per il dissesto idrogeologico nel comune di Corato, al centro di un’inchiesta che vede coinvolti Elio Sannicandro, direttore generale dell’Agenzia strategica per lo sviluppo del territorio della Regione Puglia, l’avvocato Salvatore Campanelli e Daniele Sgaramella, funzionario dell’Ufficio del Commissario straordinario di Governo delegato contro il dissesto idrogeologico in Puglia.

In merito alla vicenda vi abbiamo parlato in precedenza di una intercettazione che ha riguardato proprio l‘ingegner Sgaramella, ma non solo. Vi avevamo anticipato anche l’accusa di falso ideologico che pendeva sul commissario delegato sul dissesto idrogeologico, Elio Sannicandro, e dell’implicazione dell’assessore Giovanni Stea.

Nell’inchiesta è coinvolto anche l’avvocato Salvatore Campanelli. Lo avevamo intervistato fuori dalla sede del Comune di Bari e ci aveva più volte detto di non aver conosciuto Francesco Trisolini, l’ingegnere della Arevà Ingegneria srl, prima della data della riunione finita nel mirino dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza. Stando a quanto siamo riusciti ad apprendere, Campanelli avrebbe conosciuto Trisolini un anno prima, nella riunione del 14 maggio 2018, quella in cui si cercava di capire come fare a cambiare i motivi della rescissione del contratto all’azienda esecutrice dei lavori. Occasione dopo la quale Trisolini è stato invitato dal funzionario Sgaramella a togliere il serbatoio già realizzato dalla documentazione ufficiale.

Dopo aver ricapitolato le puntate precedenti, entriamo nel vivo della vicenda e vi facciamo ascoltare in esclusiva gli estratti di quella riunione, con contenuti particolarmente interessanti in merito alla risoluzione del contratto con l’impresa e ai motivi della perdita dei requisiti. Un passaggio molto delicato. In uno scambio di battute tra Elio Sannicandro e Daniele Sgaramella si capisce in maniera chiara la necessità di forzare la mano e il rischio che un giudice potesse chiedere conto di quella forzatura alla stazione appaltante. In quella riunione era presente anche un certo Fabiano. La sua identità la sveleremo nella prossima puntata.