“Ho appreso della vicenda tramite le compagne di classe con le quali la 16enne si era confidata. Era normale, serena. Non faceva trasparire alcun tipo di disagio. Abbiamo saputo della vicenda all’inizio del quarto anno, perché si era confidata con le amiche. Era già partita la denuncia quando l’ho saputo. Sono rimasta senza parole. A scuola abbiamo cercato di esserle il più vicino possibile. L’abbiamo supportata in tutto e per tutto. Il risultato è che ha sempre continuato a frequentare ed è stata promossa”.
Inizia così il racconto della professoressa di una delle minorenni coinvolte nel giro della prostituzione minorile a Bari che portato ieri a 10 misure cautelari. “Parliamo di una studentessa di buona famiglia: ben vestita, veramente a modo e dolce, ma che probabilmente nascondeva molto bene un disagio. È una ragazza che non lascia trasparire questo vissuto – il suo racconto a La Repubblica -. Ne parla come un incubo e cerca di dimenticare questa storia. In aula si sente protetta, qui nessuno la giudica. E pensa al suo sogno: diventare indipendente e autonoma economicamente. Ha sempre detto che vuole dimenticare questo brutto periodo. Non ne parla più di tanto, se non affermando che si è trovata in un vortice senza un motivo e senza rendersi conto di quello che stesse accadendo. Si vergogna. Ha paura di essere additata per una persona che non è e non vuole essere. Ragazzi più grandi che hanno sfruttato la sua ingenuità. Si è fatta trascinare. Parliamo di una bambina che vive questa vicenda come un brutto sogno, come se la persona coinvolta non fosse lei. Ora che tutto sta riemergendo, anche il dolore torna. È una bella ragazza, facile preda, ma non ha bisogno di soldi”.