Atti pubblici del Comitato regionale per le telecomunicazioni (Corecom) e del Consiglio regionale della Puglia sarebbero stati redatti dalla società Cles, ovvero da “soggetti privati estranei alla pubblica amministrazione”.
Per questo dieci persone sono indagate con l’accusa di concorso in falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato dalla Guardia di finanza su disposizione del pm Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini. Fra gli atti pubblici al centro dell’inchiesta ci sarebbero 28 delibere del Corecom Puglia, una determina del segretario generale del Consiglio regionale e una a firma del dirigente della sezione Studio e supporto dell’assise.
Sono indagati i dirigenti Angelica Brandi e Giuseppe Musicco (della sezione Risorse umane e di quella Studio e supporto alla legislazione); il funzionario Michele Chieco (responsabile dei rapporti di collaborazione fra il Consiglio e l’università); Lorena Saracino e Francesco Plantamura, rispettivamente presidente e direttore del Corecom; Pasquale Carulli, esperto legale senior di Cles; Marco Magistrale e Fabio Valenzano, esperti contabili juniores dell’azienda. Fra i documenti contestati ci sarebbero diverse delibere del Comitato regionale per le telecomunicazioni risalenti al 2020, per la definizione di controversie tra privati cittadini e aziende di telefonia, e una determina dirigenziale avente a oggetto un accordo quadro fra la presidenza del Consiglio regionale e l’Università di Bari. A prepararlo, invece, sarebbe stato un soggetto privato e estraneo alla pubblica amministrazione.