“Una Mammografia con ticket nel 2025, se paghi 177 euro, invece, la puoi fare dopodomani. Al cup del Policlinico non ci sono più file perché non si possono più prenotare visite ed esami e si può pagare solo con carta. Devi chiamare necessariamente al cup telefonico, ma solo se scegli l’intramoenia trovi posti a breve termine e non ti tengono in attesa per ore. Ma qualcuno si è preoccupato del fatto che ci sono tante persone che non sono avvezze alla tecnologia? Qualcuno si è preoccupato del fatto che non tutti posseggono una carta di credito, o bancomat, e preferiscono pagare in contanti? Qualcuno si è preoccupato del fatto che in farmacia ci vogliono 2 euro a ricetta e c’è chi, tra marito e moglie, deve prenotare pure dieci visite?”. La denuncia sui social di Mario Conca, ex consigliere regionale della Puglia, arriva a ridosso della notizia dell’avvio della discussione nella Terza commissione consiliare, coordinata dal presidente Mauro Vizzino, alla presenza dell’assessore alla Salute, Rocco Palese e del Direttore del Dipartimento, Vito Montanaro, della Proposta di Legge di modifica alla l.r. 13/19 sulla riduzione delle liste d’attesa, sottoscritta dai consiglieri Amati, Vizzino, Tutolo, Campo, Mennea e Mazzarano. Cinque gli articoli che compongono l’articolato, che, sostanzialmente, sottopongono ad ulteriore “stretta” le misure adottate dal Consiglio regionale il 28 marzo del 2019, con la legge n. 13: con l’articolo 1, si prevede la decadenza dei Direttori generali qualora non eseguano (entro trenta giorni dall’entrata in vigore della nuova legge) le attività previste dalla legge vigente, con l’articolo 2 si prevede invece la sospensione dell’ALPI ( l’attività intramuraria a pagamento) se si registrassero tempi di attesa per le prestazioni istituzionali superiori a più di cinque giorni rispetto a quelle erogata in ALPI.
Contemporaneamente, il Direttore generale dovrebbe provvede ad impartire al responsabile della specialità sottoposta a sospensione ulteriori istruzioni, anche integrative o in deroga all’atto aziendale, per ridurre i tempi d’attesa nel regime istituzionale. La sospensione dell’ALPI viene invece revocata in base a quanto contenuto nell’art.3- se i tempi d’attesa in regime istituzionale risultano riallineati allineati con quelli in regime ALPI che determinarono la sospensione. L’articolo 4 disciplina l’attività “libero professionale intramuraria allargata” che potrà essere autorizzata solo con un provvedimento specifico del Direttore generale che attesti in modo dettagliato la carenza di spazi e attrezzature all’interno dell’intera struttura sanitaria ove opera il dirigente medico richiedente, corredato dal parere obbligatorio e vincolante del direttore sanitario di presidio. Norme transitorie, invece, nell’articolo 5. Al dibattito sono intervenuti, oltre al primo firmatario, i consiglieri: Gabellone; Perrini; Parchitelli; Galante ( che ha chiesto un tavolo istituzionale tecnico-politico che coadiuvi nell’individuazione delle misure più opportune), Di Gregorio. Sostanzialmente positivo il parere anche dell’assessore alla Salute, Rocco Palese, che ha sollecitato l’audizione, per favorire il “ metabolizzare” delle nuove norme, anche le Organizzazioni sindacali dei Medici e delle professioni sanitarie. Il presidente Vizzino ha annunciato le audizioni stesse sin dalla prossima seduta prevista per lunedì 17 ottobre. La Commissione ha poi terminato l’audizione del dott. Antonio Calabrese, ascoltato sul tema dell’Autismo, che ha depositato una relazione dettagliata di quanto fatto, per le valutazioni della Commissione