Il filone d’inchiesta che ha travolto l’avvocato Salvatore Campanelli, l’assessore Gianni Stea ed Elio Sannicandro ha sollevato un gran polverone, come se non bastassero le vicende legate all’ex capo della Protezione Civile Pugliese, Mario Lerario. Con il passare dei giorni spuntano nomi e circostanze che fanno riflettere sul presunto sistema di interessi e affari in Puglia. Uno dei protagonisti dell’ultima inchiesta salita agli onori della cronaca è Elio Sannicandro, Soggetto Attuatore del Commissario delegato per le azioni di contrasto al dissesto idrogeologico in Puglia. Un ruolo di grande importanza.
Non tutti sanno che il Commissario delegato al Dissesto, nominato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri, è il Presidente della Regione Puglia. A sua volta Michele Emiliano, con atto monocratico del 2018 (Decreto Presidente della Giunta Regionale n.75), ha individuato in Elio Sannicandro il soggetto responsabile della attuazione degli interventi di mitigazione del rischio Idraulico.
In tanti si chiedono innanzitutto se Sannicandro, già direttore ASSET fosse compatibile a svolgere le funzioni di Soggetto Attuatore. A leggere le norme di riferimento, la legge istitutiva dell’Agenzia regionale Asset ha disposto che la medesima Agenzia svolgesse attività tecnica a supporto dei procedimenti amministrativi di autorizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, fin anche ampliando ad Asset la partecipazione al Comitato VIA regionale. Asset, in quanto soggetto pubblico che all’interno del Comitato esprime parere sulla bontà – o meno – degli interventi di dissesto, dunque, non avrebbe potuto essere lo stesso Soggetto pubblico proponente i medesimi progetti e interventi.
Non è l’unica perplessità emersa. Ci si chiede, e forse se lo chiedono anche gli organi inquirenti, se il direttore regionale Roberto Venneri, anche Responsabile Anticorruzione regionale, abbia vagliato tale provvedimento presidenziale di nomina e se tali ipotesi di incompatibilità possano trovare riscontro nella realtà dei fatti. In tal caso, ci si troverebbe di fronte a una situazione particolarmente imbarazzante, perché dovrebbero scattare le misure sanzionatorie previste dalla norma cosiddetta Severino, ossia la sospensione d’ufficio, per alcuni mesi, del soggetto che ha emesso l’atto di nomina, ovvero il presidente della Regione. Senza contare il possibile danno erariale derivante dall’aver distolto Asset, il suo direttore e i suoi funzionari, dalle funzioni istitutive previste per legge.
La situazione è particolarmente delicata. Nel giugno 2019, il fatto è noto, lo stesso Sannicandro fu destinatario di un provvedimento di perquisizione presso il suo ufficio e la sua abitazione. Nel corso dall’attività di verifica degli inquirenti furono trovate presso l’abitazione di Sannicandro e dei due funzionari coinvolti somme in danaro oltre i limiti di legge per le quali gli stessi dovettero giustificare. La vicenda culminò in un procedimento penale di cui non si conosce l’esito e che potrebbe essere lo stesso partito dalla denuncia dell’ingegner Manlio Guadagnuolo.
Elio Sannicandro è inoltre depositario di un avviso di garanzia sulla nota vicenda dell’affidamento dei lavori dell’ospedale di Taranto, in cui è coinvolto in qualità di presidente della Commissione di Gara. Sannicandro è stato rinviato a giudizio per le questioni inerenti un presunto demansionamento di un funzionario del Comune di Giovinazzo ed è coinvolto in un ulteriore procedimento su questioni riguardanti gli impianti sportivi ai tempi del Coni. Questo ciò che risulta.
Nell’inchiesta è coinvolto anche l’avvocato e consigliere comunale di Bari, Salvatore Campanelli. Il consulente dell’ufficio di Sannicandro dice di essere estraneo ai fatti e si dice fiducioso nella magistratura. Per sua stessa ammissione, almeno stando alle intercettazioni, Campanelli, che non ha lasciato lo scranno in Consiglio Comunale, dice che lui e Sannicandro sono la stessa cosa. Secondo alcune ipotesi potrebbe essere stato il soggetto attuatore ombra del piano contro il dissesto idrogeologico, ma questo saranno le indagini a stabilirlo.
In tutto questo, viene da chiedersi se il presidente Emiliano abbia o meno preso in considerazione la possibilità di dispensare Sannicandro dall’incarico così come l’avvocato Campanelli e se ritiene che tali soggetti siano tutt’oggi conferibili e compatibili. In ogni caso appare opportuno, al netto dell’esito dell’inchiesta, avviare una riflessione sulla concreta ipotesi di conflitti di interesse nel confermare Sannicandro e Campanelli nelle loro rispettive vesti, anche in virtù delle azioni compiute quotidianamente nell’esercizio del loro mandato pubblico.
Certo è che la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i ministeri competenti dovranno essere informati di quanto occorso in Puglia. Chissà se Direttore regionale all’Ambiente, Paolo Garofoli, tra l’altro fratello del più noto Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di concerto con la Sezione Autorizzazioni Ambientali diretta dall’altrettanto nota alle cronache Antonietta Riccio, peraltro, la stessa anche Presidente del Comitato regionale VIA (dove puntualmente pervengono i Progetti di Asset unitamente alle valuzioni tecniche della stessa Agenzia), provvederà a farlo in considerazione del citato Decreto presidenziale n. 75/2018, che dispone un coordinamento tra le articolazioni regionali competenti e le altre Amministrazioni coinvolte.