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Puglia, vuole abortire ma è positiva al Covid: “Tutti gli ospedali mi hanno voltato le spalle”

1 Febbraio 2022
– Autore: Raffaele Caruso
1 Febbraio 2022
– Autore: Raffaele Caruso

“Sono risultata positiva e non voglio farmi abortire. Sono devastata, tutti gli ospedali mi hanno voltato le spalle”. È la denuncia di una giovane ragazza pugliese, la sua storia è stata pubblicata sulla pagina Instagram Ivgstobenissimo, che ha come obiettivo quello di “raccogliere testimonianze positive sull’aborto e uscire dallo stigma della vergogna”, come si legge nella descrizione sui social.

“Quello che accade ogni giorno nel nostro Paese non può continuare a rimanere sotto silenzio – si legge nel post -. Nonostante esistano delle direttive chiare in materia, che prevedono che l’interruzione volontaria di gravidanza sia un intervento essenziale, che non può essere rimandato o procrastinato, la nostra sorella si è trovata davanti un rifiuto netto davanti alla sua positività. Questa storia degli ospedali Covid non regge. Se un servizio è garantito da un ospedale, e le direttive nazionali prevedono che non si possa rimandare o procrastinare, il problema di attrezzarsi e garantire le misure più adeguate deve essere dell’ospedale, non della persona che è risultata positiva”.

“La situazione si è risolta grazie all’intervento di una operatrice sanitaria che ha preso a cuore la vicenda. Tutto questo è vergognoso, non ho altre parole per descrivere la mia rabbia e la mia indignazione in questo momento – precisa l’admin della pagina -. Non possiamo affidare una pratica della salute sancita e garantita da una legge dello Stato all’arbitrarietà del singolo, all’indulgenza dell’operatrice di turno, perché se tutto questo non accade il rischio è che le persone non possano accedere ai loro diritti”.

“Tutto questo è accaduto in Puglia, dove, da come leggete, la nostra sorella si è vista sbattere le porte in faccia da chiunque, favorendo, ancora una volta, il diritto degli obiettori che continuano a dilagare, senza che vengano garantiti i diritti fondamentali della persona – conclude -. Tutto questo accade quotidianamente sotto ai nostri occhi e le istituzioni continuano a far finta che sia tutto ok, mentre non c’è nulla ad andare come dovrebbe”.

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