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Pugliese ucciso a Stoccarda, il racconto choc della fidanzata: “Io stuprata dal killer Vito ha tentato di difendermi”

13 Maggio 2023
– Autore: Raffaele Caruso
13 Maggio 2023
– Autore: Raffaele Caruso

“Vito ed io siamo a Stoccarda da 5 anni. Lui lavora per la Grüner. Una ditta situata in Merklingen. Da meno di tre settimane ci siamo trovati a vivere separati, perché dovevamo uscire dalla casa in cui eravamo. Ci siamo trovati costretti. É stato così che lui ha trovato una stanza nei pressi di Hedelfingen, vicino la ditta temporanea ATS che fornisce dipendenti alla Grüner. Avevo anch’io un nuovo lavoro, con cui mi era stata data anche una casa, ma ancora con dentro gli effetti personali del precedente inquilino. In cui Vito é stato fino a due giorni prima che succedesse il delirio. Quest’uomo non era un nostro conoscente, bensì un amico del nostro precedente padrone di casa, che si era messo a disposizione per darci una mano con il trasloco. Ed anche un garage di suo possesso nel quale poter lasciare le nostre cose fino al primo momento in cui avremmo poi trovato una casa, di nuovo una sistemazione stabile, insieme. Ci vedevamo e sentivamo tutti i giorni (io e Vito) come una normalissima coppia. Il carnefice, mi aveva avvertito che avessi dimenticato la mia borsa, nel garage o nel furgone, ancora non mi è chiaro. Avvertendomi semplicemente che fosse quest’ultima ora in suo possesso, nel suo appartamento. Lì é iniziato il bordello”. Inizia così il duro racconto di Alessia, la ragazza di Vito Barnaba, il 25enne pugliese originario di San Vito dei Normanni morto a Stoccarda, in Germania.

“Lui non ha sceso la borsa, bensì son dovuta io salire ed entrare quindi nel suo appartamento. Era in una conversazione telefonica. Lui ha provveduto subito a chiudermi in casa, senza via d’uscita, disarmandomi anche di cellulare. É avvenuta una completa violenza fisica, sessuale. Lui é vedovo, e nelle foto viste nel suo appartamento, c’é una somiglianza con la defunta moglie. La quale usava anche il mio stesso profumo – si legge nel post pubblicato sui social -. Non so cosa sia scattato nella mente di questo criminale. Non esiste una parola adatta per descriverlo, ma di certo una non basterebbe. Non ho contattato solo Vito, bensì anche il mio capo ed alcuni amici miei e di Vito. Non ho avvertito in primo luogo la Polizia, in quanto volevo semplicemente il supporto del mio fidanzato, e terminare così la faccenda. Anche magari denunciando il fatto in seguito. Non avrei mai immaginato ovviamente che sarebbe potuto arrivare a questo punto questo individuo indefinito. Vito é stato al telefono con me fino al momento in cui é arrivato nell’appartamento. E mi ha scritto testuali parole poco prima: ‘Non mi interessa, da stasera tu vieni a vivere nella stanza con me, non fa niente come’. Ed io ero d’accordo, naturalmente. Quindi lui é arrivato, ed ha iniziato a dire a quell’essere: ‘Cosa hai fatto alla mia ragazza? Cosa vuoi da lei’ con toni ovviamente alti. La porta dell’appartamento é rimasta aperta per tutto il tempo. Nessuno si é degnato non dico di venire a vedere se fosse tutto a posto, ma di avvisare almeno le autorità. Questa persona lo ha poi manipolato dicendo ‘non so, non ti capisco’, con annessi movimenti delle spalle e delle braccia, fino a girarlo con lo sguardo e fisicamente, essendo lui così dalla parte dominante, ed il mio Vito con le spalle al muro. Fino alla cucina. Mentre io ero nel corridoio pensando che avrebbero finito presto di picchiarsi e chiarirsi. Ho poi io visto movimenti di ginocchiate e pugni in pancia, Vito lo allontanava tenendolo per le spalle. Non c’é stato un urlo, né una lacrima. Vito era in possesso di un piccolo coltellino a serramanico, amorevolmente regalato da un suo amico, é da collezione e lo portava sempre con se. Ci tagliava i panini, il salame anche, all’evenienza. Può confermarlo chiunque. Non farebbe del male ad una mosca. Questo coltello, durante il litigio, gli é caduto, presumo dalla tasca. In quanto era semi aperto, ma anche non stabile, quindi si é aperto a conchiglia. Loro erano occupati, quindi, io, sono andata a recuperarlo, in modo da essere sicura che non avrebbero potuto farne uso, così da evitare disagi. Esco così dalla cucina, e credo sia stato a questo punto che Vito sia caduto per terra. Perché a seguire, dopo due minuti al massimo, quel verme é uscito anche dalla cucina, gettando il coltello davanti a me. Se avessi saputo il destino di Vito, mi sarei fatta ammazzare. Invece ho impugnato anche il suo coltello, per cacciarlo dall’appartamento e potermi occupare del mio amore in calma, chiamando così le forze dell’ordine. Vito era ancora vivo nelle mie braccia. Ebbene sì, non é morto sul colpo. Mi diceva ‘ti amo’ e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci. Era in tuta nera. Non c’era traccia di sangue, se non su quel maledetto coltello. Avevo pensato di toglierli la giacca, ci ho ripensato appena toccata la zip, potevo manomettere qualcosa. Poi toccandolo sulla schiena, la mia mano diventa rossa. Così ho iniziato a ragionare, gli ho tamponato la ferita in modo che non potesse perdere troppo sangue. Sono arrivati dopo 10/13 minuti circa. I dottori, lo hanno tenuto lassù, nell’appartamento per circa un’ora. Giù nell’ambulanza ancora una mezz’ora, mentre io li imploravo di partire e portarlo in ospedale. Ho ricevuto come risposta che avevano tutti i dispositivi necessari e che avrebbero fatto il possibile. Poco dopo la notizia. Il Bastardo del carnefice, era in via di FUGA. Per poi essere stato bloccato, per fortuna, dalla Polizia. Non riusciva ad incrociare il mio sguardo. Giustizia per Vito. Marcirà lì dentro. Ho svolto vari interrogatori e documentato parecchie cose in ospedale. Di tutto. Anche se ora é il minimo che io possa fare. Le dichiarazioni sono state rilasciate dalla famiglia che ancora non conosce bene la dinamica, purtroppo. Per mancanza di comunicazione. Chiunque, al posto di Vito, sarebbe andato in soccorso della propria fidanzata. E chiunque al mio posto, sotto shock avrebbe chiamato il proprio ragazzo. L’ennesimo romanzo criminale che nessuno avrebbe potuto prevedere o tanto meno assorbe con piacere. Nel dicembre del 2022 io e Vito abbiamo avuto una dolce attesa, terminata crudelmente. Ipotermia, poi ospedale, poi infezione alle vie urinarie con sangue. Per via di problemi ormonali e cisti ovariche che vanno e vengono. Dopo questa tragedia, il fatto avvenuto questa Domenica 7 Maggio, ho dovuto prendere una pillola abortiva dopo l’avvenuto con questo maiale. E poveri anche i maiali, che sono di gran lunga migliori. Mi ha stuprata, abusato di me, senza pensarci, bensì pianificando tutto, ed io caduta nella trappola. Nella bocca dello squalo. Il mio fidanzato dopo di me. Volevamo una vita normale, lontana dai chiacchiericci e dal paesino dalla mentalità stretta, troppo per noi. Con delle aspirazioni e obiettivi che vanno al di là di tutto ciò che avviene nel Salento, luogo nel quale sarebbe anche benissimo potuto succedere. Di squilibrati ce ne sono un’infinità. Di tutti i colori e nazionalità. Nessuno escluso. Motivo scatenante della nostra soddisfazione del trovarci finalmente indipendenti e senza bastoni fra le ruote. Alto e bassi, certo, siamo pur sempre una ragazza di anni 21 ed un ragazzo di 25 anni. Per questo sappiamo noi. Ci vedevamo e sentivamo tutti i santi ed anche maledetti giorni. Ultimamente ci sfogavamo con le nostre famiglie. Errore grandissimo. Perché noi chiariamo ogni volta, mentre loro rimangono con ciò che é stato detto in momenti di rabbia, parole portare via dal vento. Soprattutto essendo a distanza. Ti amo Vito, uscirà tutta la verità. Vorrei tanto essermi trovata io al tuo posto, come ti ho già detto, hai molta più forza rispetto a me, avresti potuto sopportare la mia perdita. io no. Veglia su tutti noi. Su chi ti vuole bene, ed a chi vuoi bene tu. Ora quel viscido deve solo essere sistemato per le feste. Se non sarà proprio lui a porre fine alla sua ormai inutile e miserabile vita. Ma ora deve soffrire almeno il 10%. Non sarà mai abbastanza. Mi ha strappato tutto in un giorno. La mia dignità di donna, il mio pudore, quella poca sicurezza che mi stavo costruendo ed in ordine cronologico, ma la parte più fondamentale, l’uomo della mia vita”.

Il racconto della ragazza è inserito nel fascicolo della polizia che ha arrestato il 51enne siriano con l’accusa di omicidio, mentre in Germania da giorni sono arrivati i genitori di Vito. La salma farà rientro nella giornata di lunedì e martedì verranno celebrati i funerali.