“Nei giorni scorsi a Turi, in provincia di Bari, sono arrivati circa 600 lavoratori stranieri per la raccolta delle ciliegie. Detta così sembrerebbe solo un’ottima notizia se non fosse per il sistema di accoglienza che non può essere inteso con insediamenti di fortuna fatti di baracche di lamiere e legno, luoghi concentrazionari e insalubri dove imperversano mafie e caporalato. Una situazione emergenziale che ha spinto il Governo e il Ministero del Lavoro a stanziare solo per la Puglia oltre 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Pnrr per il superamento di queste baraccopoli e la costruzione di percorsi di inserimento e accoglienza legale e rispettosa della dignità e della sicurezza di migliaia di uomini e donne”.
Inizia così il comunicato congiunto di Flai Cgil Bari e Cgil Bari dopo l’incontro con la Prefetta di Bari, Antonia Bellomo. “Abbiamo chiesto di attivare un tavolo per ragionare con Regione Puglia, costituire una rete dei sindaci delle aree coinvolte e convocare le parti datoriali – si legge nella nota -. L’agricoltura rappresenta un asse strategico per l’economia della nostra Regione e non può continuare ad essere gestita in emergenza narrando solo di schiavismo, sfruttamento e caporalato. Abbiamo bisogno di fare un salto di qualità e lo si fa solo attraverso la qualità del lavoro. È stata condivisa la necessità di individuare soluzioni strutturali che affrontino in maniera non emergenziale il problema della accoglienza da approntare per questi lavoratori che ogni anno arrivano nel territorio di Turi e comuni limitrofi”.
“La Prefetta si è impegnato ad attivare un tavolo di confronto che riunisca non solo i sindaci dei comuni interessati, ma anche le organizzazioni datoriali agricole, mentre come Flai Cgil Bari e Cgil Bari chiederemo che venga convocata con urgenza la rete del lavoro agricolo di qualità prevista dalla legge 199 del 2016 e insediata presso l’INPS, per procedere alla verifica delle aziende presso le quali i lavoratori prestano la propria attività”, concludono i sindacati.