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Reddito di cittadinanza, ok ai lavori stagionali: fino a 3mila euro per non perdere l’assegno

29 Novembre 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere
29 Novembre 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere

Il Governo Meloni cambia rotta per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e annuncia che per 70mila beneficiari sarà consentito lavorare con contratti stagionali o intermittenti fino a 3mila euro di importo, senza vedersi ridurre l’assegno di cittadinanza. Tutto questo fino a quando esisterà il reddito poiché lo scopo del Governo è quello di abrogarlo nel 2024. La misura, secondo quanto spiega la Meloni, che serve per rispondere alle esigenze delle imprese, soprattutto quelle del comparto turistico e agricolo dove la manodopera scarseggia. Una manovra che fa storcere il naso a non pochi. “Il governo Meloni è il governo degli schiavisti. È una vergogna”. Hanno commentato sui social. In realtà il reddito era stato proprio creato per combattere lo sfruttamento sul lavoro. I lavoretti stagionali sì, un contratto a tempo determinato no che rischiano di far perdere il reddito anche a parità di importo. “E per chi ha partita iva invece da pagare? – si chiedono i tanti lavoratori italiani – Potrebbero anche togliere i 3 mila euro dal calcolo del beneficio, se sono così liberali e vogliono incentivare la libera impresa, come ci vogliono far credere”.

La manovra del Governo Meloni prevede che i beneficiari del reddito di cittadinanza tra 18 e 59 anni che non hanno figli minori, disabili o anziani nel nucleo famigliare, dovranno seguire un corso di formazione o riqualificazione obbligatorio per sei mesi. La frequenza ai corsi sarà segnalata, in liste apposite, all’Anpal. Chi non segue i corsi non avrà il reddito. Così accade anche se si rifiuta l’offerta di lavoro congrua al proprio curriculum. Sempre se l’offerta di lavoro arrivi. Tutti i percettori dovranno svolgere i “progetti utili alla collettività”. Nel 2024, quando verrà eliminato il reddito di cittadinanza, degli 8.8 miliardi risparmiati, 7 miliardi saranno messi in un Fondo povertà che aiuterà 600m,ila famiglie in difficoltà, 700milioni saranno destinati all’assegno unico e un miliardo finisce nelle casse dello Stato.