Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione del Consiglio regionale della Puglia per l’esercizio finanziario 2023 e pluriennale 2023-2025. Approvate a maggioranza le deliberazioni della Giunta regionale contenenti il Documento di economia e finanza regionale – DEFR 2023-2025 e la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale – NADEFR 2023-2025. Approvato a maggioranza il disegno di legge “Bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2023 e pluriennale 2023-2025”, in cui sono appostate risorse per complessivi ulteriori 15 milioni di euro per il finanziamento di interventi miranti a contrastare il fenomeno delle liste d’attesa, che si aggiungono ai 15 milioni stanziati nella legge regionale di assestamento e di variazione al bilancio di previsione 2022. Stanziati 15 milioni di euro al trasporto pubblico locale, in relazione agli scenari legati alla ridefinizione dei servizi minimi ed alla loro attribuzione a livello territoriale. Il fondo speciale di parte corrente per il finanziamento di leggi regionali che si perfezionano dopo l’approvazione del bilancio, è determinato in 4 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2023, in 5 milioni 560 mila euro per il 2024 ed in 5 milioni 235 mila euro per il 2025. I lavori proseguono con l’esame dell’articolato del testo delle disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2023 e pluriennale 2023-2025 della Regione Puglia, che si compone di 89 articoli, ai quali va aggiunto l’esame dei 103 emendamenti presentati, che se approvati andrebbero a modificare alcuni articoli del testo licenziato dalla Commissione e altri ne costituirebbero articoli aggiuntivi.
LE REAZIONI
MOVIMENTO 5 STELLE – “Come ogni anno purtroppo devo constatare l’assoluta mancanza di visione di questo Bilancio che, come è ormai consuetudine, è una serie di proroghe, adempimenti, deroghe, e solo pochi interventi a cui non si può dire di no, ad esempio quando parliamo di persone fragili, autismo, cultura. In altri casi, delle iniziative iper territoriali possono anche essere positive, ma chiaramente dispiace vederle così concentrate verso un solo territorio, che magari non ha neanche delle caratteristiche che giustifichino questi interventi. Ritengo scandalosa, come ha sottolineato anche una buona parte della maggioranza, la mancanza di articoli riguardanti la cultura e il lavoro nel testo base approvato dalla Giunta, tanto che quando si è votato il testo in VI Commissione non c’erano articoli di cui discutere. Questo denotava una grandissima mancanza. Si è intervenuti in parte, ma c’è tanto ancora da fare”. Così la consigliera del M5S Antonella Laricchia intervenuta nel corso della discussione del Bilancio di previsione 2023 “Ho sentito attacchi alla biblioteca regionale – dichiara Laricchia – da respingere con forza, perché è da sempre una eccellenza, la regina del prestito interbibliotecario. Dobbiamo intervenire invece per renderla ancora più operativa, perché le risorse umane ci sono, vanno in realtà anche rese più stabili, perché c’è una situazione di precarietà che non fa bene a nessuno e ci sono anche persone che lavorano dalle 9 alle 18 tutti i giorni. Gli sprechi sono altri: l’ultimo è stato quello degli autisti. Per quanto non comporti spese aggiuntive, mi chiedo come sia possibile che gli assessorati si lamentino della mancanza del personale e poi si dispone che i funzionari vengano impiegati come autisti, togliendo ulteriore personale agli uffici. Questi sono i veri sprechi, come i vitalizi, alcuni rimborsi non giustificati, benefit. Ci sono poi articoli che sicuramente possono essere utili. Ma richiedono approfondimenti: ad esempio gli interventi sulla Procreazione Medicalmente Assistita, la PMA. Noi stanziamo delle risorse per queste coppie, ma come le devono spendere? Nel privato, perché oggi di fatto è rimasto questo? Dobbiamo investire risorse per potenziare il pubblico: c’è Nardò che grida ancora vendetta; al Policlinico di Bari è pronta la struttura, mancano gli ultimissimi documenti dell’area tecnica, che infatti chiamerò in audizione, ma stanno facendo tutti del loro meglio. Servono provvedimenti seri per migliorare questa regione. La domanda che guida il mio voto, come per ogni Bilancio di previsione, è sempre la stessa: cambierà la vita dei pugliesi? L’anno prossimo, di questi tempi, avremo risolto i problemi della sanità, dei trasporti, della cultura, solo per fare qualche esempio? Io credo di no”.
LA PUGLIA DOMANI – “È un bilancio di previsione dal fiato corto, quello della Regione Puglia per il 2023. Si continua a navigare a vista, tappando i buchi di una gestione che insegue le emergenze. Cominciando dalla sanità, i 15 milioni aggiuntivi stanziati per ridurre i tempi delle liste d’attesa sono un provvedimento di urgenza e di propaganda, che non risolverà un problema atavico che avrebbe richiesto una radicale riorganizzazione del sistema. Un problema a cui non è stata ancora messa mano e che è stato aggravato dalla pandemia. La sanità pubblica regionale è al collasso, fra penuria di medici, il pasticcio del concorsone OSS che ha scatenato una guerra fra lavoratori, i pronto soccorso nel caos, i servizi territoriali smantellati con ambulatori e agende di prenotazione chiusi, apparecchiature diagnostiche ferme o usate e mezzo servizio – si legge nella nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani -. Anche sul capitolo welfare non vediamo gli interventi promessi per le categorie più fragili ma solo misure spot, mentre resta il dramma dei bambini e delle persone con disabilità, dei malati rari, dei ragazzi con disturbi del comportamento alimentare lasciati soli con le loro famiglie, senza neppure un centro di ricovero pubblico in regione benché ci sia una struttura praticamente pronta nell’ex Vito Fazzi di Lecce, con un’equipe specializzata pronta a prendere in carico i bisogni di questi ragazzi. Anche per l’assistenza ai ragazzi pugliesi con malattia di Lafora, lo stanziamento di 100miula euro che ottenni con un emendamento al bilancio regionale, esattamente un anno fa, è stato sbloccato solo da pochi giorni. Una buona notizia finalmente, ma mi auguro che questo protocollo venga rifinanziato anche per il 2023, come ho chiesto con un mio emendamento. E ancora in tema di welfare, non c’è attenzione alle famiglie. Secondo l’ultimo censimento, la Puglia ha perso 100mila abitanti in un solo anno: un calo demografico dovuto soprattutto alla migrazione verso il nord per mancanza di lavoro, in particolare dei giovani. Continuiamo a perdere le energie e i cervelli migliori senza far nulla per trattenerli, senza costruire opportunità di formazione e occupazione. E intanto la popolazione invecchia, senza nuove nascite. Perché i figli non bisogna solo metterli al mondo (e qui un plauso ai fondi stanziati in bilancio per la PMA, la procreazione medicalmente assistita, tasto su cui insisto da più di due anni e per il quale avevo presentato uno specifico emendamento anche quest’anno). I figli bisogna farli crescere, e senza asili nido, senza aiuti alle mamme lavoratrici, senza interventi per la conciliazione dei tempi di famiglia e lavoro, è veramente faticoso. E ben poco è stato stanziato per contrastare la povertà educativa, per dare a tutti i minori pugliesi la possibilità di sviluppare i propri talenti, di colmare lacune, di costruire un futuro migliore anche se si proviene da realtà disagiate. Anche la cultura, in una regione straordinariamente ricca di bellezza, non ha benzina sufficiente per accendere il motore dell’economia e del turismo. In questo bilancio ci sono solo mancette e briciole: appena 3,5 milioni a fronte di almeno 10 necessari. In questa Regione ogni progetto, ogni pratica, ogni bando continua ad essere soffocato da una burocrazia elefantiaca. Un esempio drammatico è il Piano di rigenerazione agricola e paesaggistica post Xylella, con pratiche ferme e interventi bloccati, mentre chilometri e chilometri di territorio salentino languono nel deserto di quello che un tempo era il paradiso degli ulivi. Desolazione e sconforto, economia agricola e turistica ancora in ginocchio… Anche le zone industriali pagano lo scotto dell’abbandono e del lassismo, non decollano, mancano infrastrutture e servizi. Capitolo a parte, i trasporti. I 15 milioni aggiuntivi sono una goccia nell’oceano di quanto servirebbe per colmare le lacune di un’arretratezza atavica che penalizza soprattutto il Salento, dove si viaggia ancora sui treni a gasolio, mentre l’alta velocità ferroviaria resta un miraggio. Gli emendamenti della maggioranza – una pioggia – sono solo regalie, con poche iniziative strutturali importanti. Da parte nostra abbiamo provato a presentare emendamenti che intercettano i bisogni della gente e mirano a migliorarne la qualità della vita. Confido che vengano accolti, per dare un po’ di respiro a questa manovra asfittica”.
FORZA ITALIA – “Amministrare una Regione è come avere un’impresa in cui, però, i profitti sono collettivi. L’imprenditore, prima di avviare la sua attività, sa in che settore si deve inserire e come portare avanti i suoi obiettivi. Il bilancio di previsione è il programma di investimenti della Regione, è il suo business plan, e dovrebbe offrire alla comunità la narrazione delle priorità di governo, della visione che la politica ha per il suo territorio – si legge nella nota dei consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia -. In quest’ottica, purtroppo, bisogna dire che il bilancio proposto dalla Giunta Emiliano si sostanzia in poche paginette senza alcun significato politico. Senza che qualcuno riesca a capire se c’è una grande idea per alcune questioni cruciali che più interessano i cittadini. È un documento che non dice nulla sulla visione politica del centrosinistra, che evidentemente si è liquefatta (se mai la maggioranza ne ha avuta una). Come è possibile che nel provvedimento di programmazione più importante della Regione manchino temi nevralgici come la disoccupazione, le politiche attive per il lavoro, i giovani? E no, se qualcuno pensa di risponderci “c’è l’Arpal” non ci stiamo: è un’agenzia regionale, un braccio operativo della Regione, ma è la Giunta a dover disegnare la linea (e ci limitiamo a questo per non riprendere il discorso della qualità del lavoro dell’Arpal). Non una proposta politica per i giovani… e questo è già gravissimo. Non una parola sulle donne, sul sostegno all’occupazione femminile. Non un cenno alle famiglie, in una Regione che ha le culle vuote ed è tristemente maglia nera per denatalità. Non una parola su coloro che sono tagliati fuori dal mondo del lavoro come i cinquantenni disoccupati. Non un riferimento al sostegno alle imprese, non un’idea per rendere la nostra Regione più attrattiva per gli investimenti stranieri. Ed è chiaro che in un contesto di rarefazione ideologica come questo, ci sia una pioggia di emendamenti da parte dei consiglieri regionali. Noi ne abbiamo proposti alcuni perché abbiamo delle idee per il futuro. Ma il centrosinistra? A parte la rincorsa a qualche mancetta o a questioni di poco rilievo, non è pervenuto”.