Torniamo a parlare dell’appalto per l’area ristoro e per l’area della biblioteca del Consiglio regionale pugliese da oltre 41mila euro in favore della Emiliano srl di proprietà dei fratelli del governatore. La gara ha previsto anche l’invito di altre due aziende dello stesso settore che però non hanno presentato l’offerta. La società Emiliano srl, lo ricordiamo, è specializzata nella “fabbricazione e installazione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione, commercio all’ingrosso di macchinari, con particolare attinenza agli apparecchi”.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, nessuno era a conoscenza del fatto che l’appalto fosse stato affidato alla Emiliano srl. “Il presidente ha appreso la notizia dai giornali – fanno sapere dalla Presidenza -. Non aveva informazioni dirette anche perché l’appalto in questione non passa assolutamente dal livello politico, ma è una procedura dirigenziale del Consiglio regionale. A questo si aggiunga che il presidente non ha nessuna partecipazione nell’azienda dei suoi fratelli. Il presidente, tuttavia, ha chiesto a Roberto Venneri, segretario generale della Presidenza, di acquisire dal Consiglio regionale – struttura del tutto autonoma e indipendente dalla Presidenza – le informazioni relative all’appalto. Dalle verifiche fatte con gli uffici del Consiglio regionale e con l’ufficio anti corruzione della Regione Puglia Venneri ha riscontrato che per tale appalto non sussistono profili di illegittimità”.
“Come sapete gli organi politici non si occupano della gare. Per questo ho chiesto immediatamente alla segretaria generale una relazione dettagliata sulla procedura di affidamento seguita dagli uffici, con una sua valutazione in merito – le parole di Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale, riportate dal Corriere del Mezzogiorno -. Da questa è emersa la legittimità dell’iter procedurale e la correttezza degli atti. Personalmente sento di dover lamentare l’inopportunità dell’invito e la conseguente partecipazione della ditta Emiliano srl ad una procedura bandita dall’amministrazione regionale. Per questo ho chiesto agli uffici di prestare maggiore attenzione negli affidamenti diretti, non solo in merito alla legittimità degli atti, ma anche ai motivi di opportunità”.
L’opposizione però non ci sta. “È una vicenda quasi surreale perché evidenzia il livello di onnipotenza raggiunto da Emiliano. Le regole basilari di rispetto dell’opportunità vengono meno. Chiediamo che chiarisca”, l’appello di Tommaso Scatigna, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Si tratta di qualcosa di assolutamente legale, va detto e chiarito. Non si spiega però – conclude Laricchia – perché si affida un appalto ai fratelli del presidente considerato che mancano le caratteristiche di unicità tali che giustificherebbero il perché ci si sia rivolti direttamente a loro. Io penso che sarebbero dovuti essere i fratelli stessi del presidente i primi a rinunciare, era evidente che il rumore di questa procedura avrebbe danneggiato l’azienda e il presidente stesso. Presenteremo un esposto? Ancora non lo so”, le parole della consigliera M5S Antonella Laricchia.