Al via, da questa mattina, il nuovo ambulatorio di medicina fisica e riabilitazione dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Due le novità. La prima riguarda l’assunzione della dott.ssa Patrizia Dicillo, medico fisiatra, che coordinerà il lavoro dei fisioterapisti già in servizio. La dott.ssa Dicillo si occuperà, in particolare, della riabilitazione oncologica e del recupero delle funzioni dei pazienti, sia quelli ricoverati, sia quelli ambulatoriali, sia coloro che, in cura presso altre strutture, vorranno rivolgersi all’ambulatorio dell’oncologico barese. L’attività di riabilitazione oncologica procederà di pari passo con gli interventi di fisiokinesiterapia già assicurati da due fisioterapisti dell’Istituto. La seconda novità, invece, riguarda l’allestimento dell’ambulatorio nell’ex biblioteca, al piano terra dell’Istituto, in una sala che sarà progressivamente attrezzata con tutto ciò che occorre per la medicina riabilitativa.
“Prende progressivamente forma – così il direttore generale dell’Istituto Tumori, Alessandro Delle Donne – il costante ammodernamento del nostro Istituto, reso possibile non solo dall’assunzione di nuovi professionisti ma anche dall’allestimento di spazi più ampi, più confortevoli, meglio attrezzati. Siamo particolarmente orgogliosi di questo inizio, che potenzia un servizio molto apprezzato e molto richiesto dai nostri pazienti visto che fisiatria e fisioterapia incidono positivamente nel percorso di cura dei pazienti oncologici. Ed è proprio questo che vogliamo sperimentare in questo Istituto: non occuparci solo della cura del tumore, ma del benessere globale del paziente”.
“La riabilitazione oncologica – spiega la dott.ssa Dicillo – è una tappa fondamentale del percorso di cura dei pazienti con tumore perché permette di limitare i danni e gli effetti collaterali della chemioterapia, della radioterapia oppure degli interventi chirurgici. Pensiamo, per esempio, alle pazienti che hanno subito una mastectomia e che possono quindi avere problemi con la mobilità della spalla o linfedema. I trattamenti riabilitativi, specie se precoci, permettono di migliorare la qualità di vita dei pazienti durante e dopo i trattamenti”.
“Si tratta – commenta Gero Grassi, presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’Istituto – di un ulteriore passo avanti verso una medicina che mette al centro la persona e che, oltre alla cura della malattia, si preoccupa di garantirgli il più rapido ritorno alla normalità”.