“Non mi ha ucciso ma è come se lo avesse fatto per come mi ha ridotta”. Annarita sette anni fa è stata picchiata selvaggiamente dal suo ex fidanzato, dopo 10 anni insieme e 2 mesi di convivenza. Per quelle botte è stata 21 giorni in coma e la sua vita è completamente cambiata. Adesso, grazie alle terapie che sta seguendo, si sta riprendendo, per quanto le è possibile, ma le spese sono tante. Lui, anche in Appello, è stato condannato a 3 anni di reclusione per tentato omicidio volontario, ma soprattutto al pagamento di 25mila euro come risarcimento. “Quei soldi potrebbero farla riprendere. Potrebbe andare in Svizzera dove seguirebbe delle terapie particolari che però costano tanto” sottolinea la mamma di Annarita, Patrizia. Da quel giorno anche la sua vita è cambiata.
“Lui si è rifatto una vita, può camminare, ha una moglie e un figlio, può uscire con gli amici. Mia figlia no. Lui deve pagare per quello che ha fatto. Ha anche confessato all’epoca, ma adesso si dichiara innocente. Se lo fosse non farebbe di tutto per risultare nullatenente per non dare quello che spetta a mia figlia. Anche la nostra vita è cambiata e per questo ho deciso di chiedere un risarcimento danni a mio nome, ma non perché devo badare a mia figlia, ma per il danno piscologico che mi ha fatto. Vedere una figlia diventare invalida al 100% per sempre per mano di un uomo di merda non è giusto. La deve pagare. La famiglia lo ha coperto e quando ci incontra abbassa la testa, e così deve fare per sempre”.
Annarita segue diverse terapie che le stanno facendo riprendere alcuni movimenti per noi naturali, come accavallare le gambe. Purtroppo, però, la famiglia non riesce ad ottenere gli aiuti statali e di tasca sua paga tutte le visite. La ragazza vorrebbe riprendere a studiare l’inglese e il suo sogno è poter tornare a viaggiare, soprattutto partire da sola per New York. Noi le auguriamo che un giorno possa farlo.