“Il voto di oggi rappresenta la sfiducia al governo regionale da parte della maggioranza, vista la strenua difesa da parte del presidente Emiliano del direttore generale dell’Arpal Massimo Cassano, decaduto dopo l’approvazione della norma che va a modificare la legge istitutiva dell’Arpal”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia in merito all’approvazione della riforma di Arpal. “Una nomina quella di Cassano – continua Laricchia – che ho sempre avversato, visto che era chiaro fin da subito che si trattasse di una nomina solo elettorale, purtroppo la prima di quella che è poi diventata una lunga serie. Nomine che causano un danno a tutti i cittadini, dal momento che producono solo inefficienza e sperpero di denaro pubblico. Dal punto di vista politico quella di oggi è una giornata importante, dal punto di vista tecnico però non posso non esprimere forti dubbi sulla legge,perché non era questo lo strumento più adatto per far decadere Massimo Cassano. Avrebbe dovuto pensarci Emiliano revocando l’incarico, ma ancora una volta ha scelto di non scegliere. Dispiace solo che siano state coinvolte anche le altre agenzie regionali, che ora rischiano di avere un Consiglio d’Amministrazione, solo per un accordo di maggioranza, che comunque non è servito a tenere insieme una maggioranza che ancora una volta ha dimostrato di avere poche idee e ben confuse”.
“Benvenuto a bordo PD! Dopo qualche anno, approvando una legge che prevede la decadenza, ha capito ciò che noi da anni e anni avevamo sostenuto: Massimo Cassano non doveva essere nominato prima commissario e poi direttore generale dell’Arpal, non solo perché rispetto ad altri curricula arrivati era il più debole a titoli specifici (e qui ci sarebbe da richiamare altre responsabilità, quelle di chi si è assunto l’onere della decisione), ma perché era evidente che si trattava di una nomina che veniva data in vista delle Regionali 2020, Cassano avrebbe garantito liste civiche per far vincere il presidente Emiliano. Fratelli d’Italia in ogni dove ha denunciato l’utilizzo dell’importante agenzia del lavoro per fini elettorali, ma puntualmente lo stesso centrosinistra che oggi ha votato la decadenza, ha salvato Cassano. Poi deve essere accaduto qualcosa all’interno della maggioranza e il PD ha ‘preso coraggio’ e, sfidando il presidente Emiliano, ha portato avanti il suo proposito di ‘cacciare Cassano’, ma lo ha fatto sul piano legislativo, svilendo la natura del Consiglio costretto a trattare non un riordino delle Agenzie regionali, ma la decadenza di un DG che poteva essere rimosso con un provvedimento della Giunta che lo ha nominato. Ma lo ha fatto in modo, a nostro vedere, sbagliato: aumentando le poltrone, ora dovrà essere nominato un CDA non si sa bene da chi e in quota a chi. Per questo avevamo proposto di abolire totalmente l’ARPAL, accorpando le funzioni in capo all’Assessorato e al Dipartimento, così come avviene in altre Regioni, e sollevando il Consiglio da pasticci legislativi che potrebbero ripercuotersi su altre Agenzie. “Il tutto si è consumato in assenza dell’unico responsabile di Cassano e altre CASSANATE, perché di nomine come quelle di Massimo Cassano è piena la Regione a guida Emiliano. L’assenza di oggi del presidente in aula è indubbiamente un’assenza che pesa, perché di fatto configura la sfiducia da parte del suo partito di maggioranza relativa, il PD, al quale lui stesso dice di far riferimento. Non ci interessa chi ha vinto all’interno del PD, oggi sicuramente ha perso Emiliano, ha perso la sua politica del consenso. Ora attendiamo il PD ad altre scelte coraggiose, se si apre una nuova fase di moralizzazione FdI sarà pronta a dare il suo contributo.”