“Sono una studentessa pendolare che usufruisce dei (dis)servizi della Ferrotramviaria. Se sono arrivata a scrivere alla vostra squadra è perché io, come molte altre persone pendolari, siamo stufi dei frequenti ritardi e cancellazioni dei treni”. Inizia così la denuncia di una giovane lettrice inviata alla nostra redazione.
“Sono cinque anni che vado a Bari con il treno e frequentemente, per non dire quasi ogni giorno, i treni vengono soppressi a sorpresa o fanno notevoli ritardi che causano cancellazioni, slittamenti di impegni o assenze non giustificate a lezione. La spiegazione che fornisce la Ferrotramviaria a questi problemi è ‘guasto sulla linea’, ma a parer mio, mi sembra impossibile che ogni giorno ci sia un guasto. Se si chiede spiegazione al controllore di turno la risposta data è ‘non dipende da noi’ oppure ‘potete usare la macchina’. Andare a Bari è diventato un viaggio della speranza perché si sa quando si parte ma, non si sa quando si arriva soprattutto quando piove e la situazione peggiora. Ad aumentare il disagio è l’eccessivo costo del biglietto/abbonamento dato che il servizio fornito è a dir poco scadente. (In famiglia siamo 3 persone che paghiamo l’abbonamento mensile €89,10 cada uno) – si legge nella denuncia -. Spesso nei treni ci viene chiesto di compilare un questionario e valutare i servizi offerti dalla Ferrotramviaria. È inutile sottolineare che quasi tutti scriviamo solo lamentele però, come per magia, il giorno dopo sui giornali locali o sulla pagina web della Ferrotramviaria escono articoli che elogiano il servizio. Infatti l’indice di gradimento/affidabilità raggiunge picchi altissimi, quasi il 100% quando in realtà non è assolutamente vero”.
“Per esempio oggi, mercoledì 20 marzo, dovevo andare a Bari, ma ho deciso di rinunciare perché mio fratello e mia madre mi hanno avvisato di cosa stesse succedendo. Mio fratello, studente come me, ha preso il treno da Corato alle 6.40 per arrivare, teoricamente, a Bari alle 7.42. La corsa è durata più di due ore tra ritardo iniziale, fermate improvvise in mezzo al nulla e schiamazzi di gente poco contenta. È arrivato a Bari alle 9.50, peccato che la lezione terminasse alle 10 e che abbia dovuto prendere il treno successivo delle 10.32 per tornarsene a casa. In pratica si è fatto un viaggio a vuoto – denuncia la lettrice -. Mia madre è dottoressa e presta servizio al Policlinico e ogni mercoledì deve andare all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Lei, a differenza di uno studente e come molti lavoratori che si spostano in treno, ha più impegni da far conciliare e deve rispettare degli orari prestabiliti. Ha preso il treno delle 6.27 che arriva a Bari centrale alle 7.27 e poi da lì avrebbe dovuto prendere la navetta per raggiungere l’ospedale pediatrico. Il suo treno, come da tradizione, ha deciso di fermarsi a Fesca San Girolamo e di non partire per abbondanti minuti. Quindi lei e altri lavoratori che sono costretti a rispettare gli orari lavorativi hanno dovuto chiamare un taxi e farsi accompagnare nei rispettivi luoghi di lavoro. È possibile tutto questo? A conoscenza di questa situazione ho preso la saggia decisione di non andare a Bari, ma chi doveva andare ad ogni costo in questa città è stato un amico di mio fratello il quale ha dovuto prendere la macchina per andare a Trani e da li ha preso il treno Trani-Bari. Questa identica situazione è capitata martedì scorso 12 marzo, e se andiamo indietro di settimane e mesi la storia non cambia. Così come è successo a Giugno quando dovevo sostenere un esame e arrivata in stazione ho scoperto che il treno era stato soppresso. È successo il 29 marzo dell’anno scorso quando sono uscita prima da una lezione perché avevo un impegno e arrivata in stazione il treno era stato soppresso e ho dovuto aspettare un’ora piena (anche di qualcos’altro) affinché arrivasse un bus sostitutivo. Potrei fornire numerosi esempi, ma risulterei ripetitiva. Nella mia galleria del telefono ci sono molte foto che testimoniano i numerosi ritardi; una la trovate in allegato ed è stata scattata oggi. Ma secondo voi è normale che una persona deve stare in balia dei treni e decidere giornalmente se andare o meno all’Università? È vero esiste la macchina, ma diventa complicato trovare parcheggio, evitare il traffico e far conciliare gli orari. Non so cosa potete fare o come potete aiutarci ma, spero che questo disagio venga palesato e che si smuova qualcosa o che ci vengano date spiegazioni”.