“Cerco un’altra struttura per ospitare il mio assistito, perché quella in cui si trova ora è priva di autorizzazioni”. È, in sintesi, il tenore delle richieste che alcuni parenti e amministratori di sostegno degli anziani finora assistiti presso la casa di riposto “la Fenice” di Gravina, stanno inviando ad alcune strutture limitrofe. Tra chi sta cercando altra sistemazione per i proprio cari, secondo quanto siamo riusciti a sapere, c’è anche il Sindaco di Altamura. La mamma e il papà del primo cittadino, dimorano a Gravina da prima che Petronella ricoprisse l’incarico pubblico. Da qualche tempo gli uffici comunali competenti stanno valutando il da farsi. Già qualche mese fa, lo ricordiamo, i Servizi Sociali di Altamura si sarebbero interessati con alcune strutture vicine, con l’intento di spostare tutti gli ospiti da loro gestiti.
La situazione, fatta di dubbi e ricorsi al Tar, è molto complessa. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia avrebbe consentito alla società che gestisce La Fenice di provvedere a mettersi in regola, provvedendo a effettuare tutte le modifiche, pur continuando con la normale attività. Chi frequenta la struttura conferma la presenza quotidiana di operai, ma d’altro canto ci si chiede come sia possibile operare in questo modo, essendo alcune carenze strutturali e non certo di poco conto. Già ad agosto del 2022 venivano denunciate carenze strutturali, funzionali e organizzative in aggiunta alla mancanza della necessaria autorizzazione all’esercizio dell’attività. Era ciò che emerse in una ispezione condotta dai Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione nella Rssa, gestita dalla società “La Speranza Srl”.
Informato della vicenda, il sindaco di Gravina, Fedele Lagreca – raggiunto da noi al telefono -, non perse tempo ed emise un’ordinanza con cui sospendeva l’attività, ordinando il trasferimento degli anziani e disponendo allo stesso modo la continuità assistenziale ad opera del gestore. Nel provvedimento non era scritto, ma il primo cittadino dichiarò “che in considerazione del periodo estivo, la società ha 30 giorni di tempo per provvedere a quanto previsto”. A quel punto tutto si spostò in altre sedi. “La Speranza srl”, infatti presentò ricorso d’urgenza al Tar, giudicando illegittimo il provvedimento del Sindaco in virtù del fatto che nel caso di un intervento questo sarebbe spettato alla Regione Puglia. A detta dell’avvocato Lorusso, legale rappresentate del gestore, la mancata autorizzazione sarebbe stata da attribuire agli enti che non avrebbero ottemperato alle richieste della società. Oggi il problema dell’autorizzazione e dei presunti limiti strutturali esplode nuovamente con questo ennesimo principio di fuga.