Quinto Potere non poteva certamente mancare alla 59esima sagra dell’Uva di Rutigliano, una delle più celebri della Puglia e d’Italia. La protagonista indiscussa è l’uva da tavola, produzione di eccellenza di Rutigliano e motore dell’economia del sudest barese. Tanti “forestieri” si sono recati appositamente a Rutigliano tra sabato 7 ottobre e domenica 8 ottobre per non perdersi l’appuntamento, anche noi di Quinto Potere, armati di grappoli, siamo andati in giro per raccogliere le voci dei tanti protagonisti. L’uva piace sempre a tutti i consumatori, con o senza noccioli, nessuno escluso.
Passato, presente e futuro. La Sagra dell’Uva di Rutigliano permette di viaggiare nel tempo. “Ci sono nuove varietà che stanno nascendo, frutto del lavoro di miglioramento genetico che mira proprio a ottenere varietà nuove di uva senza semi e resistente ai patogeni, per ridurre anche l’impatto sull’ambiente e sull’ecosistema”, spiega Pasquale Venerito del centro ricerche Basile Catamia.
“Come sempre è una grande emozione vedere così tanta gente a Rutigliano – le parole del sindaco Giuseppe Valenzano -. C’è tantissima voglia di ripartire, ritorniamo finalmente alle vecchie tradizioni. Il Covid e le calamità naturali dello scorso anno hanno impedito una serie di attività. Questa è una Sagra che guarda alla tradizione ma anche all’innovazione e al futuro”.
“Ci sono stati tanti artisti che ci hanno accompagnato in queste serate, la cosa più bella è il sociale – spiega Vincenzo Orlando, presidente del Comitato organizzatore della Sagra -. A noi interessa tanto, era un obiettivo che abbiamo confermato”. Tanta attenzione al sociale ma anche alla solidarietà. “Abbiamo un progetto ambizioso, vogliamo ottenere dal Ministero della Sanità e dall’Aifa l’autorizzazione per condurre sperimentazioni cliniche controllate su bambini affetti da neoplasie che non rispondono a terapie convenzionali. Vogliamo colmare il gap con le altre strutture del Nord Italia e permettere a questi bambini di curarsi in Puglia”, aggiunge Francesco De Leonardis, oncologo del Pediatrico di Bari. “Abbiamo abbracciato e sposato questo progetto affinché questi viaggi della speranza finiscano il prima possibile”, le parole di Gaetano Ciavarella, presidente Apleti Bari.
“Viviamo alla giornata, i problemi dell’anno scorso sono stati accantonati sotto il tappeto – spiega il produttore Pinuccio Valenzano -. Vanno modificate tante cose in quel settore, il produttore deve diventare l’attore principale e non le aziende multinazionali che pensano solo al businnes. Il clima ci ha dato una mano, ne avevamo tanto bisogno, altrimenti eravamo al collasso”.