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Sanità Puglia, buco di oltre 200 milioni. Welfare a Levante: “Sono le somme non assicurate a Rsa e centri diurni”

6 Aprile 2022
– Autore: Raffaele Caruso
6 Aprile 2022
– Autore: Raffaele Caruso

Il buco finanziario della Sanità ( 230 mln) in Puglia corrisponde in sintesi alle somme del socio sanitario non assicurate a Rsa e Centri Diurni. È un dubbio fondato che pone gravi preoccupazioni e interrogativi verso il settore che langue da tempo in attesa delle tanto attese conferme delle autorizzazioni e degli accreditamenti approvati dalla Regione Puglia ma rimasti sulla carta. Nel frattempo le strutture hanno investito ingenti somme proprie per gli adeguamenti organizzativi (personale, manuali di accreditamento) e tecnologici (letti elettrici per esempio)”.

Inizia così il comunicato inviato in redazione dall’Associazione di Categoria Welfare a Levante. “La mancanza di risposte pur garantite dall’Assessore Rocco Palese entro 15 giorni durante l’incontro del 24 febbraio con tutte le Associazioni di Categoria alimenta i sospetti che Welfare a Levante denuncia da tempo ovvero che la Regione Puglia non disponga della copertura finanziaria pur in suo obbligo dopo l’approvazione dell’articolato normativo di settore – si legge -. È come se la Regione avesse invitato tutti per un sontuoso pranzo senza pensare di fare la spesa. Tutto questo sarebbe gravissimo e farebbe emergere rilevanti responsabilità non solo politiche. Il Ministero ora non può continuare a fare da spettatore”.

“Ecco la spiegazione e i numeri: 305.870.000 è la spesa media complessiva solo del settore anziani non autosufficienti rsa e centri diurni.  A questa spesa si sottrae la parte in obbligo dei Comuni (quota sociale) che è in media del 40% (in alcuni casi è il 30%, in altri il 50%, il altri il 60%). Quindi parliamo di non meno di 183 milioni – spiega -.È una valutazione minima perché i posti solo per gli anziani non autosufficienti relativi al fabbisogno in rsa e centri diurni sono 8380 ma con le nuove integrazioni normative che hanno previsto altri posti in accreditamento dopo la prima approvazione del fabbisogno, sono aumentati almeno del 10%. Poi c’è il settore disabilità. Il fabbisogno di accreditamento per la disabilità era di 4081 pl all’epoca dell’approvazione del fabbisogno disabili rsa e centri diurni. Facendo lo stesso calcolo medio per gli anziani (Totale fabbisogno X 100 – tariffa media – X 365) e sottraendo la quota sociale media in capo ai comuni viene circa 90 milioni. Anche qui occorre aggiungere un 10% per l’integrazione di posti avvenuti nel tempo. A questo totale di circa 300 milioni va sottratta la spesa storica che è di circa 100 milioni solo per rsa e centri diurni (il 10% del totale delle strutture) a cui è assicurata la copertura di spesa già da prima dell’approvazione del nuovo fabbisogno. Quindi oggi mancano 200 milioni circa a cui se si aggiunge quel 10% diventano proprio la somma che manca oggi alla Regione Puglia”.

“Si può sostenere che le somme destinate a Rsa e Centri Diurni abbiano finanziato altri settori? Vi è una giustificazione che lascia migliaia di anziani non autosufficienti e disabili senza quota sanitaria e centinaia di strutture senza i loro diritti? Questi sono angoscianti quesiti da risolvere ma non solo per il settore di assistenza strenuamente impegnato a proteggere la popolazione più fragile assicurando stabilità lavorativa a migliaia di lavoratori ma anche quelle del Ministero della Salute e dell’Economia che non crediamo restino a guardare – conclude -. Riteniamo che l’Assessore Palese e il Governatore Emiliano debbano convocare ad horas le Associazioni di Categoria poiché siano innanzi a un bivio ove la solidità del terreno è sempre più incerta. Le loro risposte sono un dovere verso i cittadini che auspicano serenità e nessun altro gioco di prestigio che non siamo più disposti a tollerare”.