Presso la Sala Trulli della sede della Cgil Puglia a Bari, la confederazione regionale e Spi Puglia, il Sindacato dei Pensionati, hanno illustrato le iniziative che saranno messe in campo a difesa della sanità pubblica – a fronte del rischio default paventato dalle stesse Regioni -, per migliorare i servizi di cura e assistenza in Puglia e per ricordare i tanti deceduti a causa della pandemia nella nostra regione, con gli anziani i più colpiti, ai quali sarà dedicata un’iniziativa pubblica il prossimo 31 marzo, giorno in cui nel 2020 i Comuni decisero di istituire una giornata di lutto nazionale per le vittime del Covid.
“C’è una vertenza regionale sanità che portiamo avanti da anni – spiega il Segretario Generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo – inserita ormai in una nazionale. La Conferenza delle Regioni ha denunciato l’insufficienza delle risorse disponibili e fronte dei costi sostenuti per la pandemia, della carenza di personale, del rincaro dei prezzi delle materie prime e dei consumi energetici che rischiano di non garantire più l’universalità del diritto alla salute e anche di compromettere gli interventi del Pnrr. Ma il Governo che fa? riduce la spesa sanitaria fino al 6,1% del Pil nel 2025, inferiore anche al periodo pre pandemia. Dei 2,1 miliardi stanziati nel 2003, due terzi sono per caro bollette. A fronte di questo permangono noti divari territoriali che vedono in un contesto del genere il Sud e la Puglia ancor più penalizzati”.
“Ci saremmo aspettati tutt’altro dopo quanto vissuto con il Covid – afferma il Segretario Generale dello Spi Cgil Puglia, Gianni Forte. Ci saremmo aspettati il rilancio della sanità pubblica, invece siamo alle prese con un ulteriore depotenziamento: niente risorse, lunghe liste di attesa, pronto soccorso che scoppiano, servizi sul territorio sempre più inefficienti. Sembra che tutto ciò avvantaggi il privato che copre gli spazi lasciati dal pubblico. In Puglia il 10% delle persone rinuncia a cure necessari per i tempi di attesa o perché non può permettersi accesso a pagamento ai servizi. 378mila famiglie in Italia si impoveriscono per affrontare spese sanitarie irrinunciabili. L’insofferenza cresce a dismisura. Sta saltando il sistema sanitario. non si può rimanere fermi, noi di certo non resteremo fermi”.