Emergono altri dettagli sull’inchiesta che ha travolto l’Asl Bari, portando all’arresto di 10 persone tra funzionari e imprenditori. Al centro appalti per la manutenzione di ospedali e ambulatori concessi ad amici in cambio di soldi, favori e regali, tra cui anche cassette di frutta e verdura, olio e vino.
I tre funzionari Sansolini, Iacobellis e Sciannimanico, erano in difficoltà nel gestire i soldi ricevuti in cambio della concessione degli appalti. Le mazzette arrivavano fino a 30mila euro. “Aumentiamo! invece di diminuire aumentiamo! Il problema è che come ti dicevo non riesci a… ormai è diventato difficile anche… capito? Veramente è diventato difficile utilizzarli! io ce la metto tutta, ma… quest’anno è stato tosto!”, dice uno di loro. “Se mi girano i c… comincio a spendere tutto, eh! domani guarda mi compro l’orecchino! E cominciamo con l’orecchino”, si lamenta l’altro.
“Se vengo a fare una perquisizione a casa tua e ti trovo 20 mila euro in contanti, tu puoi dire: ‘Io quei 20mila euro li ho avuti da mio padre che mi ha dato l’eredità, ce li aveva’ oppure ‘Io percepisco il fitto a nero, quelli sono tutti i fitti che io ho percepito e che ho tenuto… che ho tenuto da parte’ Tu lo puoi dimostrare che è una tangente? No – le parole intercettate nelle conversazioni riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno -. Allora il cristiano lo puoi arrestare, però poi al processo, o comunque lo puoi indagare, ma al processo se ne uscirà pulito perché quello… l’avvocato dimostrerà che quei soldi dove sta scritto che è la tangente? Mica sta scritto sopra alla banconota “Tangente”. Quindi tu… (…) …per poter arrestare e fare il mazzo, devi fare… devi avere la flagranza di reato, che è una cosa quasi impossibile da fare”. Peccato che la Guardia di Finanza aveva installato negli stessi uffici le telecamere, mentre agli imprenditori veniva detto di lasciare fuori i cellulari.