Un 52enne di Novoli, pilota della Porsche Panamera, l’auto tamponata dalla Ducati Panigale su cui viaggiava Mattia Ottaviano, il 36enne collaudatore deceduto ieri sulla pista Porsche di Nardò, è stato iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta aperta per fare chiarezza sulla tragedia. Un atto dovuto affinché venga effettuata l’autopsia sulla salma del centauro. I mezzi e i cellulari utilizzati sono stati posti sotto sequestro, mentre lo Spesal ha acquisito tutte le carte per verificare se i due collaudatori potessero svolgere quel genere di attività.
Il 52enne stata effettuando con la Porsche Panamera alcuni test di frenata nel percorso destinato alle auto che procedono a velocità moderata, al di sotto dei 90 chilometri orari. La pista è infatti composta da quattro corsie per permettere a più mezzi di percorrere l’anello nello stesso momento. Resta da capire perché la Ducati, che si sarebbe dovuta trovare sulla corsia più veloce in cui i mezzi arrivano ad una velocità di 260 chilometri orari, fosse lì e come abbia potuto tamponare la Porsche Panamera.
Le polemiche non mancano anche per lo stipendio percepito dai collaudatori che usufruiscono della pista e per la sicurezza sul lavoro. “I lavoratori coinvolti sono dipendenti di due aziende diverse da Porsche Engineering, due imprese che applicano il contratto del terziario. Per cui ci ritroviamo di fronte a un’azienda-madre che appalta a aziende esterne la propria attività principale. E queste non applicano il contratto nazionale dei metalmeccanici, come sarebbe lecito aspettarsi per i driver”, spiegano i segretari dei sindacati Cgil, Fiom e Filcams. Lo stipendio percepito da Ottaviano era di circa 1400 euro. Cgil ha proclamato lo sciopero per chiedere a Porsche “salute e sicurezza nei propri siti produttivi” e di “abbandonare la logica degli appalti”.