“Stanotte io, Nicola e la piccola vita di quattro mesi che porto in grembo potevamo non esserci più. Non ricordo che ore erano, tra le undici e mezza e mezzanotte credo. Tornavamo a casa. Ci si sente al sicuro quando si sta tornando a casa. Mio marito guida prudente, eravamo tranquilli e felici. All’improvviso in prossimità di un dosso, sbucano due macchine davanti. Una sull’altra corsia, come dovrebbe essere, l’altra sulla nostra, a grande velocità. Credo che il mio cervello non riuscisse a credere che stesse succedendo Mio marito di riflesso riesce a sterzare quel tanto che ci basta ad evitare il frontale pieno. Per un attimo ci siamo illusi di averla scampata”.
Inizia così il racconto pubblicato sui social da Angela, rimasta ferita nello schianto avvenuto nella notte sulla ss172 che collega Casamassima e Turi. “Grazie a Dio solo qualche contusione da cintura e airbag. Sono incinta di 4 mesi. Il bimbo stanotte stava bene. Il nostro angelo custode ha fatto gli straordinari”, il suo racconto a Quinto Potere. Nel post postato su Facebook Angela rivive quei momenti terribili.
“Io ricordo il botto, l’airbag che si apre, forse urlo, odore acre di gas e fumo bianco davanti. Non so come, mio marito è riuscito a non perdere il controllo dell’auto e a procedere di qualche decina di metri – si legge -. Allunga una mano verso di me, mi chiama, mi dice di uscire. Io mi precipito fuori, non voglio stare vicino alla macchina. Sono sotto shock. Le gambe molli e la testa vuota. Ho negli occhi gli abbaglianti dell’auto che ci ha investito. Tra noi e le altre due macchine coinvolte c’è il dosso, non vediamo cosa è accaduto. Un’auto che era dietro di noi si ferma. Lui scende, dice che è un medico, che ha visto tutto. Ci chiede se stiamo bene, poi va a vedere gli altri. Sì ferma un ragazzo con la divisa da cuoco, mi chiede se va tutto bene. ‘No che non va bene. Sono incinta al quarto mese, finché non mi dicono che mio figlio sta bene non va bene’. Mi offre dell’acqua, mi fa sedere nella sua auto. ‘Questa strada…’ scuote la testa. Lui la fa tutti i giorni per il lavoro. Chi la percorre sa quanto sia infida”.
“Arrivano le ambulanze. Caricano prima una signora oltre il dosso, dicono sia grave. Poi caricano me – continua -. Ho dolore al basso ventre, e prego con tutto il cuore, prego. Al pronto soccorso ginecologico mi accolgono uno stuolo di infermiere e un medico gentilissimo. Appena appoggia l’ecografo sulla pancia e sento il battito del bimbo scoppio in un pianto a dirotto. Sta bene, si muove. Si gira di sedere, si vedono i piedini. Non so ancora se è maschio o femmina. ‘Dal sedere, sembra femmina’ ma il dottore non è sicuro. Sta bene, e io sto bene. Un po’ contusa ma bene. È tutto ciò che mi serve sapere. Mio marito è rimasto ad aspettare il carro attrezzi, vicino all’auto che gli serve tutti i giorni per lavorare, per darci da mangiare. La macchina è da buttare. ‘Ma noi stiamo bene’ mi sorride. Spero che anche la signora in codice rosso possa dire presto altrettanto. Su quella strada non si contano più quante persone sono morte, quante sono state coinvolte in incidenti più o meno gravi Quella strada non è sicura, lo sappiamo da sempre, ma ci siamo adattati a questo pericolo costante come fosse normale. Non è normale”.
“Quei ragazzi hanno azzardato un sorpasso fatale e andavano forte. Ma la strada non è sicura – l’appello di Angela -. Vi paghiamo lo stipendio, vi paghiamo col nostro sangue vitto, alloggio, vacanze, vizi e virtù: è arrivato il momento di eseguire il servizio che siete tenuti a renderci. I nostri numeri su WhatsApp sono fin troppo facili da raggiungere sotto campagna elettorale, ma cosa avete fatto voi per noi in tutti questi decenni per tenere al sicuro la popolazione da cui mungete voti? Cosa avete fatto in tutti questi anni per Turi, Casamassima, questo disgraziato tratto di Bari Sud Est? Ve lo dico io: niente. Non mi interessa se e come ci avete provato: contano solo i risultati, e il risultato è zero. Non mi interessa aspettare altri decenni, non voglio abituarmi a una mannaia costante, non voglio chiedermi se mio marito tornerà sano e salvo, non voglio avere paura di andare al lavoro o di tornare a casa su quella maledetta strada. La SS172 Turi Casamassima è una priorità mai più prorogabile. Dovete muovervi adesso. Lo dovete a me, a mio marito, a mio figlio, alle altre persone coinvolte stanotte, a tutte le vittime che avete sulla coscienza, a tutti quelli del Sud Est barese costretti a percorrerla e che vogliono VIVERE. PS. Sia chiaro, non assolvo l’incoscienza di chi ha azzardato quel sorpasso. Quando si prende la patente te lo dicono chiaro e tondo che sui dossi non si sorpassa. Mi chiedo quanta voglia e consapevolezza di vivere abbiano coloro che azzardano in questo modo con la propria e l’altrui vita”.