Nella giornata di ieri sono arrivate le prime condanne nei confronti di 9 dei 33 presunti responsabili del giro di prostituzione di giovani donne straniere, prevalentemente rumene e tra cui anche minorenni, con base operativa in un appartamento nel centro di Bari. L’inchiesta nell’aprile scorso portò all’arresto di 20 persone. Il tutto sarebbe stato gestito da un gruppo di connazionali che ha potuto contare anche sull’aiuto di cittadini italiani per l’organizzazione logistica. Le pene inflitte con il rito abbreviato sono comprese tra i 4 anni e 4 mesi di reclusione e i 16 mesi, tutti i condannati sono stati ritenuti responsabili del reato di sfruttamento della prostituzione, mentre alcuni anche del reato di associazione per delinquere.
Il 67enne di Noicattaro Francesco Tesoro è stato condannato alla pena di 4 anni e 4 mesi, il 36enne barese Filippo Giliberto e il 47enne di Grumo Appula Antonio Spano a 4 anni, il 30enne Sabri Lahabazi e il 33enne Flamur Kalemi a 3 anni e 4 mesi, il 39enne Gabriel Pana a 2 anni e 8 mesi, il 47enne barese Carmelo Massimiliano Bianco e la 34enne Anamaria Varga a 2 anni, il 29enne Ionel Elvis Serea a 1 anni e 4 mesi di reclusione. La gup ha condannato anche gli imputati a risarcire il Comune di Bari e la Regione Puglia, costituiti parte civile. Altri 24 imputati sono invece a processo con rito ordinario, tra loro anche il presunto capo dell’organizzazione, il 29enne Marius Alin Ceaciru, soprannominato “Il principe”, che avrebbe sedotto le giovani donne dal “fragile profilo emotivo e psicologico”, mostrando a loro sui social foto di macchine lussuosi e di champagne per convincerle a raggiungerlo in Italia.