Il 17 novembre la sanità italiana incrocia le braccia a seguito dello stato di agitazione nazionale dichiarato per la grave situazione in cui versa il personale dipendente degli ospedali e dei servizi sanitari territoriali. Uno sciopero nazionale che coinvolgerà non solo la Sanità, ma anche trasporti, uffici pubblici, scuole e igiene urbana per chiedere al Governo l’aumento del salario minimo e delle pesioni. “Perché scioperiamo? Perché già adesso l’età media degli infermieri in servizio è di circa 55 anni e il numero di colleghi affetti da malattie professionali e limitazioni fisiche per le normali attività di lavoro nelle corsie sta aumentando pericolosamente – sottolinea Segreteria Regionale di Nursind -. Questa situazione, unitamente alla cronica carenza di personale, determinano inevitabili disservizi e un rischio aumentato per la salute degli utenti”.
“Perché scioperiamo? Perché a causa degli scarsi incentivi economici e delle usuranti condizioni di lavoro, sempre meno giovani decidono di intraprendere la professione infermieristica. Serve una politica che pensi al futuro della sanità e che riconosca il valore economico della professione infermieristica – continua -. Perché scioperiamo? Perché vogliamo che i tetti di spesa per le assunzioni siano aboliti. Nei reparti mancano infermieri e non si possono porre dei limiti all’assunzione di nuovo personale negli ospedali e nei presidi territoriali. Perché scioperiamo? Perché vogliamo migliori condizioni di lavoro e che si ponga la parola fine alle numerose situazioni di demansionamento della categoria derivanti dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzioni del personale sanitario. Perché scioperiamo? Perché, potendo lavorare in un contesto efficiente e tutelato, vogliamo poter offrire con orgoglio le cure migliori ai cittadini. Per questo motivo, il 17 novembre incroceremo le braccia. Per questo NurSind scenderà in piazza il 17 novembre prossimo”.