“Da marzo si sapeva che sarebbe stato scarcerato l’8 luglio, ma nessuno ha esaminato il suo caso e suggerito soluzioni, visto che lo prevede l’ordinamento penitenziario in caso di soggetti a rischio”. A parlare è l’avvocato Gabriella Eletti in merito a quanto accaduto al suo assistito, ora uomo libero. “Ha scontato la pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per aggressione ed estorsione a danno dei suoi genitori. faceva uso di cannabis e questo lo portava ad avere comportamenti aggressivi e autolesionistici ed è stato riconosciuto in parte incapace di intendere e di volere. È stato sottoposto a una terapia di psicofarmaci che non può interrompere in alcun modo ed è sottoposto alla libertà vigilata proprio per questo motivo. sabato 8 luglio è stato scarcerato ma il problema è che non poteva andare a casa dei genitori, malati di Alzheimer e quindi in una struttura, né a casa di parenti. Abbiamo cercato di attivare i servizi sociali per cercare una posto in cui potesse stare prima di trovare una struttura adeguata, ma non abbiamo risolto nulla. Ho chiesto personalmente al direttore di applicare l’articolo 83 del codice carcerario che prevede le dimissioni protette, ovvero un detenuto scontata la pena non può tornare libero per l’incolumità di se stesso e degli altri. Ho inviato una pec per chiedere di trattenerlo presso il carcere o una struttura sanitaria, ma non ho ricevuto risposta perché inviata di sabato. Speriamo che in questi giorni non accada l’imprevedibile e che continui con la terapia. erano obbligati a trovare una soluzione per il mio assistito, ma tutti se ne sono lavati le mani”.
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- di: Raffaele Caruso
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