Torniamo ad occuparci del decesso di Milena Gramegna, la 42enne morta il 2 gennaio di stenti dopo essere stata segregata in casa dalla mamma, una ex maestra. Il cadavere è stato ritrovato nell’abitazione al civico 144 di via Mazzini, a Bitonto. La notizia ha creato parecchio scalpore e sul caso sta indagando anche la Procura. Ci siamo recati sul posto per raccogliere altri elementi utili e ricostruire quanto accaduto. Una misera vita che sarebbe finita nel dimenticatoio senza la segnalazione anonima di un cittadino qualunque.
Durante la registrazione del nostro servizio una signora ha richiamato la nostra attenzione all’ingresso dello stabile. Vive al 4° piano, lo stesso dell’abitazione in cui si è consumata la tragedia. “La mamma la teneva chiusa, la figlia non aveva contatti con nessuno, era segregata in casa. E lei non faceva entrare nessuno. Noi sentivamo il cattivo odore, ci siamo preoccupati, ma non abbiamo denunciato perché non avevamo mai avuto un riscontro oggettivo. Sono riuscita una volta però ad entrare perché mi chiese aiuto. Si sentiva male – racconta la vicina -. Rimasi sconvolta, scioccata, non sapevo dove camminare. La casa era strapiena di immondizia, la figlia era chiusa in camera. Appena mi sono resa conto della situazione ho dato l’allarme, ho segnalato e ho chiamato tutti quelli che potevo. Non è vero che i condomini non hanno fatto nulla. Ho chiamato anche il marito che non vive qua. L’allarme è stato dato, l’amministratore è stato allertato ed è intervenuto subito insieme ai vigili. Non sono riusciti ad entrare, sono venute più volte. La bestia non faceva entrare nessuno. Poi le cose sono andate a rilento perché devono rispettare i tempi della burocrazia. La ragazza si poteva salvare, la legge ha impedito questo”.
La vicina racconta di non essere stata l’unica a riuscire nell’abitazione. “Anche mio figlio è riuscito in un’occasione ad entrare. Tornò in casa stravolto e scioccato, mi disse di dare nuovamente l’allarme. Milena era in condizioni pietose, aveva le gambe fasciate con lo scottex e la carta igienica”, aggiunge la signora. Qualche istante dopo si è palesato nello stabile il papà di Milena. Abbiamo provato a convincerlo e ad entrare nell’abitazione, ma senza successo.
“Sono le difficoltà con cui noi Sindaci ci scontriamo ogni giorno, questi eccessi di burocrazia ci impediscono di agire come vogliamo agire. Il Comune ha fatto tutto quello che dovevo fare. Il rischio in questi casi è beccarsi una denuncia per violazione di domicilio. Ci è stato impedito l’accesso, il passaggio successivo è quello di inoltrare il tutto alla Procura di Repubblica ma qui entrano in gioco altre tempistiche”,, le parole del sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci