“Non sono stato io a colpire la macchina, sono loro che non hanno rispettato il semaforo”. Sono diverse le versioni dei protagonisti dell’incidente avvenuto venerdì scorso a Conversano, dove una Kia è finita contro la recinzione di una villa dopo essere volata oltre un muretto a secco “già devastato per un incidente avvenuto un paio di settimane prima”. Il conducente del trattore ha fornito una versione diversa rispetto a quanto abbiamo raccontato la settimana scorsa, rispetto a quella data dal conducente dell’auto. “Per grazia di Dio sono vivo. Non hanno rispettato il semaforo e per questo mi sono venuti addosso. A causa dell’impatto sono finiti contro il muretto”. La controparte è di tutt’altra opinione. “Il trattore mi è venuto addosso è per questo che sono finito fuori strada”. Fin qui il botta e risposta. Ciò che ci ha turbato e non poco, però, è ciò che da quel momento è avvenuto. Fin da venerdì il conducente e prima di lui la moglie con atteggiamento tutt’altro che accomodante, persino maleducato, ha preteso che cancellassimo l’articolo, perché ciò che in forma dubitativa era scritto non era corretto secondo la loro versione. Poi, su Facebook, il conducente del trattore si è lasciato andare a frasi ingiuriose, etichettando la giornalista “testa di cazzo”. Non sappiamo con quali altri direttori e giornali i protagonisti dello schianto sarebbero riusciti a parlare al telefono, nemmeno stessero chiamando un amico di vecchia data. Ciò che possiamo dire loro è che siamo un quotidiano come qualunque altro, dunque se qualcosa non va a genio possono scrivere o far scrivere da un legale o ancora chiamare educatamente per rivendicare il diritto di replica. Saranno altri a stabilire come sono andati effettivamente i fatti, ma nessuno ha il diritto di comportarsi così come questi gentiluomini.
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- di: Raffaele Caruso
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